Chrome OS è a prova di hacker ma lo comprano in pochi

Un ricercatore per la sicurezza ha messo a punto un exploit parziale per Chrome OS. Il sistema resta inviolato, ma Google continua a faticare per promuoverlo. Secondo le ultime stime sembra che se ne siano venduti 500.000.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Chrome OS non è inespugnabile. Nonostante gli hacker impegnati nell'ultimo appuntamento del Pwn2Own non siano riusciti a bucare il sistema operativo cloud di Google, uno di loro ha realizzato un exploit parziale che gli è valso un premio di 40.000 dollari. Pinkie Pie, già celebre per i successi messi a segno nelle passate edizioni della gara di hacking, ha infatti realizzato un exploit che attiva una "plausibile catena di bug che coinvolge l'analisi video, un bug del kernel Linux e un errore dei file di configurazione" di Chrome OS.

Pinkie Pie al lavoro su Chrome OS

Chris Evans del team di sicurezza di Chrome ha pubblicato la notizia sul blog di Chromium, spiegando che l'exploit è stato solo parziale, quindi non è valso tutta la cifra in palio, ma ha comunque scoperto dei bug sconosciuti che l'azienda ha chiuso prontamente.

Il premio è sicuramente poca cosa rispetto ai 180.000 dollari incassati nelle due edizioni precedenti del Pwniun, ma considerato che almeno altri due hacker hanno tentato di tutto per far cadere Chrome OS e non hanno cavato un ragno dal buco, il successo è fuori discussione.

"Vogliamo ringraziare Pinkie Pie per avere onorato lo spirito del concorso rivelando un exploit parziale piuttosto che tenendolo nascosto in attesa di metterne a segno uno completo" si legge sul blog. "In questo modo abbiamo potuto trovare subito la soluzione".

Il successo di vendita dei Chromebook è discutibile

Chissà mai che la notizia dell'invulnerabilità di Chrome OS non aiuti Google a spingere le vendite. Stando a una notizia pubblicata dal Digitimes i Chromebook di ultima generazione venduti finora sarebbero stati circa mezzo milione. Se ne deduce che la quota di Chrome OS nel mercato notebook sarebbe equivalente all'1%. Un dato che non va a braccetto con i numeri comunicati da Acer e che se confermato sarebbe l'ennesima delusione cocente per Google. Probabilmente se qualcosa si muoverà sarà solo quando sarà completata l'integrazione fra Chrome e Android.