Cina: pioggia di miliardi per diventare una superpotenza nei chip

La Cina cerca di entrare con forza nel settore tecnologico con ingenti investimenti nel settore dei semiconduttori. Pronti quasi 50 miliardi in cinque anni.

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a cura di Manolo De Agostini

La Cina è a tutti gli effetti una potenza mondiale di primo livello. La rincorsa sugli altri paesi avvenuta nell'ultimo decennio è figlia dello sviluppo del comparto manifatturiero, ma davanti a un rallentamento dell'economia mondiale il paese guarda a nuovi sbocchi ad alto valore aggiunto. È per questo motivo che da qualche tempo a questa parte il paese asiatico brama d'imporsi anche nel mondo dell'hi-tech, un terreno che porta non solo denaro e conoscenze, ma anche prestigio.

weiguo zhao ceo tsinghua
Weiguo Zhao, CEO di Tsinghua

È perciò molto interessante che Tsinghua Unigroup, un conglomerato tecnologico statale che fa capo alla Tsinghua University, voglia investire qualcosa come 47 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per "costruire il terzo più grande produttore di chip al mondo" dopo Intel e Samsung. A dirlo Zhao Weiguo, presidente dell'azienda, in un'intervista con l'agenzia Reuters.

Weiguo ha anche affermato ai cronisti che Tsinghua Unigroup "è stata in trattative con un'azienda statunitense coinvolta nell'industria dei chip" e che un accordo potrebbe essere "finalizzato già alla fine di questo mese". Zhao Weiguo ha anche aggiunto che l'acquisto di una quota di maggioranza è da escludersi perché il governo statunitense porrebbe il veto.

Inutile dire che monta la curiosità di sapere quale sia l'azienda statunitense del comparto semiconduttori pronta a siglare un accordo con la realtà cinese. In passato Tsinghua Unigroup approcciò Micron, ma le trattative furono accantonate. Potrebbero essere riprese superando l'impasse? Chissà. Ciò che sappiamo per certo è che di recente, sborsando 3,8 miliardi di dollari, Tsinghua ha acquistato una quota di Western Digital.

In passato alcune voci di corridoio hanno avvicinato il nome di Tsinghua a quello di AMD, azienda alla disperata ricerca di un rilancio e un obiettivo interessante: un'iniezione di capitali potrebbe non richiedere un investimento molto elevato, ma allo stesso tempo le conoscenze di primo spessore - il cosiddetto know how - di AMD sia nel mondo dei processori che dei chip grafici potrebbe essere molto utile.

Detto questo, il ventaglio delle opzioni è così ampio che non è possibile escludere nessuno. Non resta che attendere maggiori informazioni. La società cinese ha anche annunciato che non investirà nelle imprese tecnologiche di Taiwan a causa di alcuni ostacoli normativi, dopo aver acquistato una quota di Powertech Technology ed espresso interesse per accordi simili con altre realtà del paese (si è fatto il nome di MediaTek, ndr).

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