Cloud e prezzi per diminuire la pirateria?

Intervista - Matteo Mille, Direttore della Divisione per la tutela del Software Genuino e Presidente BSA per l'Italia, ci parla della pirateria di software in Italia. Ecco com'è la situazione e come influisce la crisi.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Cloud e prezzi per diminuire la pirateria?

TH: spostare tutti i software nella nuvola potrebbe essere una soluzione per diminuire il fenomeno della pirateria grazie a sistemi di controllo maggiori, ma soprattutto anche grazie ai prezzi più economici. Ma siamo pronti a passare al Cloud?

Matteo Mille: esiste una classifica in cui s'identificano le nazioni e la loro predisposizione al cloud. L'Italia è al quarto posto (dietro UK, Germania e Francia), e i parametri che vengono usati per stilare la classifica sono le norme sulla privacy dei dati, la sicurezza e l'interoperabilità, dati in cui l'Italia soddisfa i criteri. Quelli in cui non eccelle sono la disponibilità delle infrastrutture ICT (che vanno a braccetto con lo sviluppo della banda larga) e la tutela della proprietà intellettuale.

In Italia l'atto del piratare non è considerato, purtroppo, un illecito così grave. Perché non c'è abbastanza informazione a riguardo e non esiste una norma severa per perseguire i pirati. In Francia e USA si stanno già adottando soluzioni più severe, mentre in Italia siamo ancora senza una vera normativa. L'AGCOM stava facendo un buon lavoro per sistemare, ma le vicissitudini politiche hanno fatto si che non si arrivasse a una decisione prima del rinnovo dell'organismo. Il nuovo presidente Cardani ha già detto che vuole riprendere il tema, quindi speriamo di arrivare a una legge il prima possibile, che possa quantomeno velocizzare la comunicazione di quando un sito ospita del materiale pirata.

TH: quindi possiamo dire che il Cloud è la soluzione per la pirateria?

MM: possiamo anche avere un'infrastruttura cloud fantastica, sicura e veloce, ma bisogna comunque fare più informazione sui rischi connessi al software pirata. Non solo come violazione e atto illecito, ma anche sulle conseguenze dell'uso di software pirata, come il rischio della sicurezza dei propri dati. Voglio riassumere in tre punti le tre criticità: una scarsa conoscenza dei rischi; l'incertezza della pena sull'online; la facilità di accesso a versioni piratate.

TH: siamo d'accordo col pensare che sia principalmente una questione di cultura. Gratis è sempre più economico di 10 o 20 euro, anche se siamo certi che almeno nel settore privato un abbassamento drastico dei prezzi possa diminuire la pirateria. Abbiamo un esempio con le applicazioni per smartphone o con le piattaforme di distribuzione digitale come Steam. Spendere 99 centesimi per un'applicazione o un gioco è accettabile per moltissime persone, come spendere venti euro anziché 60 o 70 per un videogioco. Quindi la domanda è: basta ridurre i prezzi e la pirateria muore, oppure è un falso mito?

MM: essendo in UE, il software, che sia di Adobe, Apple, Microsoft od Oracle, ha un prezzo di listino  uguale o molto simile in tutti i paesi, ma i tassi di pirateria cambiano da paese a paese. Il prezzo è una componente, ma non è la principale differenziante. È proprio una questione di cultura e delle criticità di cui parlavo prima.

Possiamo però dire che il cloud può diminuire la pirateria nelle piccole e micro imprese, dove il fattore prezzo può incidere. Permette di risparmiare ed eliminare dall'impresa diverse voci di spesa, lasciando tutta la gestione a imprese esterne che offrono un servizio.