Con il Raspberry Pi si gioca a Quake 3, altro che Playstation

Uno dei creatori del Raspberry Pi ha dimostrato in un video come il mini computer da 35 dollari abbia le capacità grafiche e multimediali sufficienti per usare Quake 3. La potenza di elaborazione è pari a quella di un sistema di dieci anni fa, ma la grafica è una via di mezzo fra Playstation 2 e Playstation 3.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il Raspberry Pi non è solo un computer da 35 dollari per imparare a programmare, va bene anche per giocare a Quake 3 perché ha prestazioni non distanti da quelle di una Playstation. Lo ha svelato Eben Upton, direttore esecutivo della fondazione Raspberry Pi e responsabile dello University of Cambridge Computer Laboratory nel corso di una interessante intervista con Forbes, in cui svela com'è nato il prodotto e alcune curiosità che lo riguardano.

Raspberry Pi

Partiamo dal nome: Raspberry Pi Modello B, quello attualmente in produzione, deve il nome al BBC Modello B, un dispositivo leggendario in Inghilterra perché è stato usato da milioni di bambini britannici per imparare a programmare. I primi progetti del Raspberry Pi risalgono al 2006 quando Eben Upton mise insieme un gruppo di insegnanti, accademici e appassionati di computer con l'intento di creare un oggetto capace di invogliare i bambini alla programmazione, fornendo loro il know-how e l'ispirazione necessarie. Secondo Upton coinvolgere i bambini nella programmazione "è vitale per la futura competitività economica del Regno Unito". Una riflessione che potrebbe adattarsi senza problemi ad altri Paesi, compresa l'Italia.

Il fatto che sia un prodotto a bassissimo costo è dovuto alla tendenza che hanno i bambini a combinare guai, e un guasto irrimediabile su un prodotto da soli 35 dollari non è certo una tragedia.

L'escalation di successo è arrivata nel momento in cui gli utenti (adulti) più smaliziati si sono resi conto, pochi me si fa, delle potenzialità del piccolo oggetto tecnologico, che può essere usato come media center in salotto. Upton ha però aggiunto un tassello curioso che potrebbe scatenare ancora di più l'ormai ampio clan di fan del RaspBerry Pi: ha mostrato (potete vedere il filmato) come il suo pargoletto abbia anche le capacità grafiche per supportare una partita a Quake 3, ovviamente facendo prima un overclock. A quanto pare sarebbe possibile farci girare anche Crysis, ma al momento della pubblicazione Forbes non aveva i dati a disposizione. I fortunati lettori che sono riusciti a ordinare il Raspberry Pi non sono tentati di fare qualche prova?

La prospettiva quindi si allarga ben oltre il proposito iniziale, come ha spiegato chiaramente Upton: "Al di fuori del settore dell'istruzione, speriamo di vederlo ampiamente utilizzato da hobbisti e sviluppatori". Già, perché le prestazioni del mini computer da 35 dollari sono pari a quelle di "un PC della prima parte dello scorso decennio in termini di prestazioni con le applicazioni generiche, e a metà fra quelle della Playstation 2 e quelle della Playstation 3 per grafica e multimedia". Pensare che la PS3 costa circa 200 euro, chissà in quanti si staranno mordendo le mani!

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Sicuramente è stato questo aspetto, e non quello propedeutico all'informatizzazione, che ha creato una domanda spropositata, che Upton conferma "uniformemente distribuita in Europa e Nord America". È innegabile che ci siano stati problemi di produzione e che le consegne vadano a rilento, anche perché il prodotto è costruito su ordinazione, ma Upton garantisce che le cose miglioreranno. Si aspetta infatti che "non ci saranno particolari problemi una volta che i partner produttivi in Cina avranno messo a punto la produzione in volumi".

Il prodotto infatti è "assemblato a Shenzhen e i componenti acquistati presso produttori locali, poi i prodotti finiti vengono spediti per via aerea nel Regno Unito e quindi inviati ai sistemi logistici di distribuzione dei partner. In futuro i prodotti saranno inviati direttamente dalla Cina agli hub di distribuzione locali".

Intanto, per rispondere alla domanda di alcuni lettori, la fondazione continuerà a lavorare al progetto ma non per creare nuove versioni hardware, quanto per "la produzione di un corredo software più completo" e per stringere rapporti con il governo e le ONG per sostenere la missione educativa". Del resto l'applicazione multimediale è un effetto collaterale di un computer a basso costo pensato per altri scopi, non dimentichiamolo.