Consumatori contro Windows 10, ha danneggiato dati e PC

In Illinois consumatori coalizzati contro Microsoft: l'aggiornamento a Windows 10 è stato mal progettato, farebbe perdere dati e danneggerebbe i computer.

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a cura di Manolo De Agostini

Il passaggio a Windows 10, gratuito per un anno per i possessori di Windows 7 e 8.1, non ha messo tutti d'accordo. Ad alcuni è filato liscio come l'olio, altri invece hanno incontrato diversi problemi. Altri ancora si sono ritrovati il sistema installato senza volerlo.

Tre situazioni che rappresentano altrettante persone dell'Illinois, che hanno deciso di portare Microsoft in tribunale. La causa, che punta al riconoscimento dello status di class action, è stata depositata presso una corte distrettuale di Chicago e richiede un risarcimento di oltre 5 milioni di dollari.

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La casa di Redmond è accusata di aver progettato l'update con negligenza e di aver fallito nel comunicarne i difetti. Di conseguenza, Microsoft avrebbe distribuito un sistema operativo in grado di danneggiare i computer e causare la perdita di dati.

Secondo Stephanie Watson, una delle querelanti, Windows 10 si è installato sul suo PC senza consenso. L'aggiornamento ha portato a una perdita di dati, causando un tale danno che nemmeno dei tecnici specializzati sono riusciti a ripararle il sistema, obbligandola a comprarne uno nuovo. Secondo i legali, il sistema operativo non controlla se l'hard disk è in grado di sostenere lo stress dell'installazione.

Robert Saiger, un altro consumatore, ha invece autorizzato l'aggiornamento, ma il software già installato ha cessato di funzionare e c'è stata anche la perdita di alcuni dati. Saiger dice di aver affrontato dei costi per ricostruire e rimpiazzare i dati persi. Secondo la denuncia il sistema di aggiornamento di Windows 10 non si preoccupa di controllare se hardware e software siano compatibili prima dell'installazione.

Howard Goldberg, invece, ha accettato l'aggiornamento dopo averlo ritardato per sei mesi. Download e installazione sono falliti tre volte, portando al danneggiamento del PC e alla perdita di dati e denaro, sia per il lavoro perso che per i costi di riparazione.

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Secondo la causa, problemi analoghi sono così endemici e diffusi da dimostrare la negligenza di Microsoft nello sviluppo e nella distribuzione del sistema operativo. I querelanti ritengono che avrebbero dovuto esserci più avvisi sul possibile danneggiamento di PC e dati, e la necessità di fare copie di backup. Si sostiene inoltre che Microsoft sapesse delle "tendenze potenzialmente dannose" di Windows 10.

L'azienda, dal canto suo, ha risposto che per chi ha aggiornato nel corso del primo anno c'erano numerose opzioni di aiuto, tra cui il supporto clienti gratuito e 31 giorni per tornare al vecchio sistema operativo. "Crediamo che le affermazioni dei querelanti siano senza valore", ha affermato un portavoce della casa di Redmond.