Crollano le vendite di PC: Apple colpita duramente nel Q1

Nel 1° trimestre 2023, le vendite PC sono calate quasi del 30%, ma entro fine anno è possibile una ripresa del mercato.

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a cura di Antonello Buzzi

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Nel primo trimestre del 2023, le vendite di PC sono diminuite di quasi il 30%, con Apple che ha subito la maggiore perdita, registrando una diminuzione del 40,5% rispetto all'anno precedente. Secondo IDC, diversi fattori come la riduzione della domanda, l'eccesso di scorte e il declino del contesto macroeconomico hanno influenzato il calo delle spedizioni di PC tradizionali. La classifica dei maggiori produttori per quota di mercato rimane invariata: Lenovo (23,9%), HP (21,5%), Dell (16,0%), Apple (7,5%) e Acer (6,4%).

Negli ultimi anni, Apple si è concentrata sugli iPhone e sui servizi, il che potrebbe aver influito negativamente sulla sua linea di computer Mac. Ricordiamo che la società ha lanciato i suoi nuovi notebook equipaggiati con i SoC M2 Pro e M2 Max all'inizio del primo trimestre e al momento non ha aggiornato la sua gamma desktop, ancora rimasta ai chip M1 del 2020. Nonostante le buone prestazioni offerte da M1, il componente ha ormai tre anni e coloro che erano interessati ad avere un computer con M1 probabilmente lo hanno già fatto.

Le scorte di PC sono ancora superiori al range di quattro-sei settimane consigliato, e, secondo IDC, questa situazione potrebbe persistere fino alla metà dell'anno o addirittura fino al terzo trimestre. La diminuzione della crescita e della domanda permette alle catene di approvvigionamento di adattarsi, mentre i produttori dovranno modificare le loro strategie per il resto dell'anno. IDC prevede che le spedizioni a breve termine saranno in difficoltà, ma ci si aspetta una ripresa entro la fine dell'anno grazie ai miglioramenti economici globali e al maggiore interesse degli utenti per l'aggiornamento a Windows 11.

Entro il 2024, la base installata dovrà essere rinnovata. Se l'economia sarà in crescita, IDC prevede un significativo incremento del mercato grazie ai consumatori che dovranno aggiornare il proprio parco macchine, alla sostituzione dei Chromebook usurati nelle scuole e alla transizione a Windows 11 da parte delle aziende. Tuttavia, se la stagnazione economica dovesse persistere, la ripresa potrebbe essere più lenta del previsto.