Da Fondazione Linux un Secure Boot per tutte le distro

Fondazione Linux ha finalmente pubblicato il suo pre-bootloader, che può rendere ogni distribuzione Linux compatibile con Secure Boot, il sistema di sicurezza reso virtualmente obbligatorio con Windows 8.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La Fondazione Linux ha pubblicato il proprio sistema Secure Boot, che dovrebbe facilitare molto la vita tanto agli sviluppatori quanto agli utenti delle distribuzioni Linux. Annunciato lo scorso ottobre, questo strumento include un pre-bootloader che include una firma autorizzata Microsoft, dal quale poi avviare altri sistemi operativi senza particolari grattacapi.

Il vantaggio più ovvio riguarda le distribuzioni meno diffuse, i cui sviluppatori non hanno le risorse necessarie per realizzare modifiche come quelle introdotta da Ubuntu (Ubuntu si fa la sua chiave Secure Boot in barba a Microsoft), SUSE Linux (Windows 8 Secure Boot non è un problema per SUSE Linux) o Fedora (Linux paga dazio a Windows 8: il prezzo della sicurezza).

Non si tratta di uno strumento perfetto, in ogni caso, per esempio perché a ogni aggiornamento della distribuzione l'utente dovrà aggiornare a mano la lista di hash consentiti per l'esecuzione. Questo tuttavia è anche un pregio, perché evita alla Fondazione di mantenere un'infrastruttura per la firma digitale.

Al di là dei possibili commenti, questo pre-bootloader (download qui) dovrebbe mettere fine una volta per tutte alla disamina su Secure Boot, o almeno sul fatto che sia un potenziale ostacolo all'installazione di Linux sui sistemi che lo usano. Almeno da un punto di vista tecnico, perché da quello concettuale non manca chi vorrebbe discuterne ancora

Secure Boot è infatti obbligatorio per i costruttori di PC che vogliono la certificazione Windows 8 da parte di Microsoft; l'utente può disabilitarlo (di solito), e la comunità Linux ha risolto il problema relativamente in fretta: secondo la Free Software Foundation, in particolare per il fondatore Richard Stallman, siamo comunque di fronte a una minaccia per la libertà dell'utente, che andrebbe arginata anche con mezzi legali.

Infine, non si può sorvolare sull'ironia: la questione Secure Boot doveva essere una sorta di catastrofe biblica ma si è risolta più o meno facilmente, mentre UEFI doveva essere un passo avanti a beneficio di tutti ma sta dando qualche grattacapo di troppo.