Domande e Risposte

Scopriamo a fondo le caratteristiche di iBangle, il bracciale con batteria integrata per ricaricare smartphone e smartwatch. Intervistiamo i progettisti per capire cosa si cela dietro questo progetto.

Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Domande e Risposte

Da cosa è nata l'idea?

L'idea è venuta a me e all'altro fondatore del progetto (Nicola Sderlenga), in tutta franchezza una sera in tavernetta da amici. Eravamo in quattro e purtroppo (o per fortuna a questo punto) il proprietario di casa non aveva il caricabatterie compatibile con i nostri smartphone, così siamo rimasti con il telefono a terra in due. Parlando della scomodità di essere costretti a portare sempre dietro il cavo o addirittura il pack per ricaricare in mobilità (quella che secondo loro è mobilità) il proprio device ci è venuto il desiderio, più per gioco inizialmente, di inventare qualcosa di comodo da trasportare, magari indossabile, in grado di risolvere problemi simili. Come capita di solito quando si è tra amici, davanti a una pizza e una birra, improvvisamente ci siamo ritrovati ad essere tutti esperti ingegneri tecnologici e ipotizzare le cose più assurde tra le quali, alla fine, IBangle.

Quali sono i punti vincenti del vostro progetto?

La comodità e la praticità: invece di portarsi dietro mattoni sempre più grandi, abbiamo voluto creare qualcosa di veramente piccolo da non tenere in tasca, qualcosa da poter indossare e utilizzare solo in caso di necessità, senza il fastidio del doverlo trasportare e dall'aspetto piacevole, per permettere al consumatore finale di abbinarlo con tutto, utilizzandolo anche solo come accessorio. Immaginatevi con il vostro prossimo smartwatch a un polso e IBangle per caricarlo all'altro, e nient'altro in tasca! Il punto di forza di IBangle sta proprio in questo: niente cavi, niente pacchi in tasca...solo un bracciale al polso non più grande di tanti altri.

Ora ti chiedo di essere autocritico, quali sono le debolezze?

Beh, la debolezza maggiore sta nel fatto che il sistema studiato per rendere realizzabile tutto il progetto ha dei costi di produzione non proprio indifferenti, soprattutto a causa del rivestimento in silicone che deve avere tutta una serie di caratteristiche da rispettare, e mi riferisco più precisamente alla sistemazione della delicata componentistica all'interno di un involucro morbido (il bracciale per funzionare deve essere flessibile); oltre a questo bisogna rispettare le dimensioni ridotte, che ci penalizzano nella scelta di una batteria più capiente.

La capacità della batteria è scarsa, sembrerebbe sufficiente solo per una ricarica "d'emergenza".

Effettivamente la cosa varia da smartphone a smartphone in quanto non necessariamente hanno tutti batterie da 3000 mAh, quindi la percentuale di carica può oscillare parecchio. Dai test fino ad ora effettuati posso garantire che IBangle è in grado ricaricare le batterie dei device più potenti fino al 30%, percentuale che ovviamente sale quando la batteria da ricaricare è più piccolo. IBangle nasce come ricarica di emergenza per chi, in mobilità o senza possibilità di collegarsi a una presa di corrente, si ritrova improvvisamente con lo smartphone scarico.

Il problema delle batterie è che, se non usate, si scaricano. Avete parlato di una soluzione, di cosa si tratta più precisamente?

Questa è la cosa che più ci è piaciuta durante le fasi di sviluppo del prodotto: in pratica, mediante un chip interno al bracciale, riusciamo a comunicare con la batteria impedendole di diramare energia (se non in minima parte) quando non c'è un dispositivo connesso a IBangle tramite la micro-usb. In pratica si potrà portare al polso il bracciale per settimane e settimane senza che la carica venga pregiudicata; IBangle perde davvero pochi microampere al giorno. Dovrà passare più di un anno perché iBangle si scarichi se inutilizzato.

Che tecnologia usate per le batterie?

Al momento sono delle classiche batterie al litio, successivamente alla prima fase di produzione studieremo altre tipologie di batterie magari più performanti e più piccole; del resto anche il mercato delle batterie per componentistica elettronica è in costante sviluppo.

Il motivo del nome è chiaro, ma cosa ci fa quella "i" davanti a "bangle", che fa ovviamente da richiamo al mondo Apple, senza però essere compatibile con i prodotti della Mela? A tal proposito, che piani avete?

La "I2 senza che il prodotto nasca come MFI (Made for iPhone) effettivamente può far storcere il naso, ma inizialmente volevamo partire con entrambe le versioni, purtroppo in corso d'opera abbiamo appunto scoperto l'esistenza del programma MFI, a cui stiamo cercando di adeguarci. Come saprete per accedere a MFI e avere la possibilità di sfruttare la tecnologia lightning con autorizzazione ufficiale bisogna avere l'ok di Apple; stiamo provvedendo ad ottenerlo per ovviare a questa nostra mancanza in tempi brevi. Purtroppo, come in ogni lavoro, c'è sempre qualche imprevisto; in questo caso è stata davvero una nostra pecca non informarci ed adeguarci fin da subito, ma considerato quando è nata l'idea, stiamo facendo davvero tutto a tempo di record!

L'Italia non è famosa per la produzione di dispositivi tecnologici, come vi state organizzando a riguardo? Dove verrà prodotto?

Il prodotto sarà italiano! Noi non eccelliamo in questo settore, è vero, e purtroppo per questo siamo costretti ad acquistare tutta la componentistica elettronica all'estero, ma lo studio tecnico, il design, l'assemblaggio e la cover in silicone saranno totalmente gestiti in Italia. Non lo nascondo, è più per un nostro capriccio, visto che i presupposti ci spingono fin da subito a produrre tutto fuori dai confini del Bel Paese!

Il prezzo, da quello che vedo su Indiegogo, dovrebbe aggirarsi attorno ai 40/50 euro per il prodotto finito. A quale prezzo vorreste vendere il prodotto, nel caso di successo?

Questa è una tematica particolarmente scottante: siamo ovviamente consapevoli che un prodotto del genere, per quanto a parer nostro utilissimo, non potrà superare una certa soglia di prezzo, poco più elevata di quella su Indiegogo se non addirittura la stessa, ma ci sono da fare delle considerazioni: il prezzo inserito su Indiegogo è comprensivo di personalizzazione (e poco importa per molti) ma soprattutto di spedizione. In una successiva fase di vendita sul territorio nazionale questi fattori verranno abbattuti, poiché si viaggerà su stock e non su singole spedizioni. Ovviamente chi ci supporterà adesso su Indiegogo, oltre al nostro eterno riconoscimento (anche questo poco importante per molti, suppongo) avrà sicuramente dei vantaggi economici rispetto al prezzo finale poichè, anche se non di moltissimo, sarà sicuramente più elevato di quello presente sulla piattaforma di crowfunding.

È agosto 2015, il progetto iBangle è stato un successo, a cosa state lavorando?

Se arriviamo sani di mente ad agosto 2015 sicuramente lavoreremo sul prodotto per continuare a migliorarlo e offrire un servizio più performante dal punto di vista della capacità di carica e delle dimensioni e, perché no, anche da quello delle funzioni integrate: magari ad agosto 2015 IBangle permetterà di fare qualcos'altro oltre a ricaricare lo smartphone

Perché finanziare il vostro progetto, convincimi.

Perché non esiste nulla di simile, perché è comodo, perché non devi portarti appresso un altro dispositivo di ricarica con la paura di rimanere isolato mentre sei in giro, per piacere o per lavoro, e perché, sinceramente, se lo avesse inventato qualcun altro io lo avrei comprato, visto che combatto quotidianamente con la batteria del mio device!