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a cura di Dario D'Elia

La presentazione della nuova Sony Playstation 3 non ha certamente deluso le aspettative, ma alcuni dettagli hanno lasciato perplessi sia il grande pubblico che la stampa specializzata. A parte il prezzo di listino e la disponibilità di due versioni con dotazioni estremamente differenti, ha sconcertato il “nuovo” joypad. Non tanto per l’aggiornamento delle linee rispetto al prototipo a forma di boomerang, ma per l’assenza del cosiddetto “force feedback”.

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I motivi che giustificano questa scelta sembrano essere legati ad una fastidiosa querelle legale che vede coinvolte la stessa Sony e Immersion Corporation, un’azienda specializzata in tecnologie force-feedback e aptiche. Nel settembre del 2004 un tribunale statunitense ha riconosciuto Sony colpevole di aver utilizzato illegalmente le tecnologie di proprietà Immersion. “La giuria si espresse all’unanimità a nostro favore e decise per una sanzione di 90 milioni di dollari. L’iter processuale non è ancora concluso ma sono convinto che alla fine vinceremo su tutta la linea”, ha dichiarato Victor Viegas, presidente di Immersion, alla testata Gamasutra.  

Una parte della sentenza riguarda l’attivazione di un’ingiunzione che, se fosse applicata, vieterebbe al gigante giapponese di produrre, vendere e distribuire ogni prodotto con le tecnologie incriminate, all’interno degli Stati Uniti. Fondamentalmente Sony sta cercando ancora di appellarsi a quest’ultima indicazione. “Hanno giocato duro con l’uso dei brevetti per cercare di invalidare la nostra denuncia e inoltre hanno sostenuto che Immersion avesse commesso una frode”, ha spiegato Viegas. “C’è stata una grande attività legale e un gran spreco di energie su questo punto”.   

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Le precedenti cause contro Microsoft e Electrosource, sempre per gli stessi motivi, si sono risolte con accordi extra-giuduziari, ma secondo Viegas i giapponesi potrebbero continuare a lottare fino alla fine. Immersion, comunque, è convinta che la scelta di non integrare il force-feedback, nei joypad per PS3, non sia dovuta – come ha dichiarato Sony – all’eventuale interferenza con i suoi nuovi sensori di movimento, ma semplicemente alle questioni di brevetto.

Se le motivazioni che adducono fossero vere avrebbero potuto accettare le numerose soluzioni che gli abbiamo profilato. Non credo che il problema sia difficile da risolvere e nostri tecnici sarebbero ben lieti di collaborare”, ha sottolineato Viegas.

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Secondo Viegas i sistemi force-feedback di nuova generazione sono in grado di trasmettere migliori effetti e un’immersività mai raggiunta, sia con i controller tradizionali che wireless. “Quando si pensa agli investimenti che stanno facendo per la grafica e il suono, volti ad aumentare il coinvolgimento dei giocatori, lascia piuttosto perplessi il fatto che non vogliano integrare la vibrazione nei controller”, ha aggiunto Viegas. “Insomma, spero che si possa trovare un compromesso che soddisfi in pieno le esigenze industriali e degli appassionati di videogiochi”.