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a cura di Dario D'Elia

A volte si ha la sensazione che alcune associazioni per i diritti dei consumatori perdano del tempo dietro a improbabili cause perse. Ora, Free Software Foundation è certamente una delle realtà mondiali più quotate e apprezzate. Se da una parte il suo impegno nella nuova campagna anti-DRM, denominata Defective By Design, può essere considerato un esempio di lotta condivisibile e potenzialmente vincente. Sconvolge abbastanza il loro tentativo di voler coinvolgere Bono Vox degli U2. La pubblicazione di una lettera aperta indirizzata alla nota rockstar non può che lasciare interdetti.

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Free Software Foundation, in pratica, sta tentando di convincere Bono a scontrarsi direttamente con il suo datore di lavoro, e non solo. La famigerata band irlandese, infatti, appartiene all’etichetta Vivendi-Universal, una della major discografiche che sostiene militarmente l’Industry Association of America (RIAA). Va bene che Bono si è distinto negli anni per aver partecipato a numerose campagne umanitarie, ma siamo sicuri che sia pronto a guidare il cordone degli attivisti anti-DRM?

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Nessuno mette in dubbio che alcune tecnologie di protezione siano lesive dei diritti dei consumatori… vietare o limitare le copie personali di un prodotto regolarmente acquistato sembra quanto mai folle… Comunque, la questione di fondo è un’altra. Bono e la sua band hanno firmato – nel vero senso della parola - anche una linea Apple iPod. Quindi non solo prendono soldi – giustamente – dal loro editore, ma anche da un produttore hardware che nel tempo si è distinto per una policy sul copyright piuttosto aggressiva. Vogliamo forse dimenticare che i file audio di iTunes sono compatibili solo con i player proprietari?

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A questo punto chi si è svegliato antagonista può tranquillamente sostenere online la petizione indirizzata a Bono. Gli altri “casseur” possono adottare un’altra tattica. Boicottare semplicemente le etichette e i produttori hardware che si comportano male. Si chiama “consumo intelligente”.