A volte si ha la sensazione che alcune associazioni per i diritti dei consumatori perdano del tempo dietro a improbabili cause perse. Ora, Free Software Foundation è certamente una delle realtà mondiali più quotate e apprezzate. Se da una parte il suo impegno nella nuova campagna anti-DRM, denominata Defective By Design, può essere considerato un esempio di lotta condivisibile e potenzialmente vincente. Sconvolge abbastanza il loro tentativo di voler coinvolgere Bono Vox degli U2. La pubblicazione di una lettera aperta indirizzata alla nota rockstar non può che lasciare interdetti.
Free Software Foundation, in pratica, sta tentando di convincere Bono a scontrarsi direttamente con il suo datore di lavoro, e non solo. La famigerata band irlandese, infatti, appartiene all’etichetta Vivendi-Universal, una della major discografiche che sostiene militarmente l’Industry Association of America (RIAA). Va bene che Bono si è distinto negli anni per aver partecipato a numerose campagne umanitarie, ma siamo sicuri che sia pronto a guidare il cordone degli attivisti anti-DRM?
Nessuno mette in dubbio che alcune tecnologie di protezione siano lesive dei diritti dei consumatori… vietare o limitare le copie personali di un prodotto regolarmente acquistato sembra quanto mai folle… Comunque, la questione di fondo è un’altra. Bono e la sua band hanno firmato – nel vero senso della parola - anche una linea Apple iPod. Quindi non solo prendono soldi – giustamente – dal loro editore, ma anche da un produttore hardware che nel tempo si è distinto per una policy sul copyright piuttosto aggressiva. Vogliamo forse dimenticare che i file audio di iTunes sono compatibili solo con i player proprietari?
A questo punto chi si è svegliato antagonista può tranquillamente sostenere online la petizione indirizzata a Bono. Gli altri “casseur” possono adottare un’altra tattica. Boicottare semplicemente le etichette e i produttori hardware che si comportano male. Si chiama “consumo intelligente”.