Frontera, il supercomputer accademico più veloce al mondo

Frontera è il nome di un nuovo supercomputer per uso accademico. È il più veloce al mondo nel suo genere, il quinto in generale stando alla classifica TOP500.

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a cura di Manolo De Agostini

Il Texas Advanced Computing Center (TACC) dell’Università del Texas (Austin) ha ufficialmente annunciato Frontera, il supercomputer più veloce al mondo per uso accademico. In generale si tratta del quinto sistema di calcolo più veloce al mondo secondo l’ultima classifica TOP500 dello scorso giugno.

Il progetto Frontera è partito nell’agosto 2018, grazie a 60 milioni di dollari ricevuti dalla National Science Foundation e la collaborazione di Dell EMC e Intel. La costruzione del supercomputer è stata terminata a giugno - motivo per cui fa già parte della TOP500 - ma l’annuncio formale è arrivato oggi.

Secondo Intel il Frontera può raggiungere una potenza di calcolo di picco di 38,7 petaflops, ben più alta dei 18 petaflops di Stampede2, il secondo supercomputer più veloce "universitario" statunitense. Nel test con il benchmark di riferimento LINPACK il sistema ha fatto segnare 23,5 petaflops.

Come gli altri supercomputer, il Frontera sarà usato dai ricercatori nei campi più disparati in cui è necessaria un’elevata potenza di calcolo, dall’intelligenza artificiale alla medicina, fino alla ricerca su nuove fonti di energia e le simulazioni di eventi cosmici.

Tutto questo è possibile grazie a 16016 processori Intel Xeon Scalable di seconda generazione a 28 core (per l’esattezza Xeon Platinum 8280) all’interno di 8008 server Dell EMC PowerEdge (due CPU per nodo). Il Frontera è raffreddato a liquido per la maggior parte dei nodi di calcolo.

Il supercomputer sfrutta interconnessioni Mellanox HDR e HDR-100 per trasmettere dati a fino a 200 Gbps per link tra gli switch che connettono i suoi nodi. Ogni nodo richiede circa 65 kilowatt di potenza, di cui circa un terzo è ottenuta tramite energia rinnovabile.

Ogni nodo ha 192 GB di Optane DC Persistent Memory, la memoria non volatile in formato DIMM di Intel per mantenere quanti più dati possibili vicino ai processori e 3 petabyte di memoria NAND - 480 GB di archiviazione NAND per nodo.

Ad agosto Frontera ha guadagnato due nuovi sottosistemi: un sistema con 360 Nvidia Quadro RTX 5000 immerse in sistemi a liquido. Si occupano di svolgere calcoli a singola precisione. C’è anche un sistema IBM Power9 con 448 GPU Nvidia Tesla V100.

Nei prossimi mesi Frontera sarà integrato con i servizi cloud di Microsoft, Google e Amazon per dare ai ricercatori accesso a tecnologie di calcolo emergenti e archiviazione a lungo termine. Il supercomputer dovrebbe operare per 5 anni.