Fujitsu reinventa il trasferimento dati e cancella il buffering

Un nuovo protocollo realizzato da Fujitsu si è mostrato capace di accelerare fino a 30 volte la velocità dei trasferimenti TCP, grazie a una versione modificata del protocollo UDP. In calo anche la latenza.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

I ricercatori di Fujitsu hanno messo a punto un nuovo protocollo di trasferimento dati che promette velocità fino a 30 volte superiori a quelle del TCP. Il suo uso da parte degli operatori telefonici dovrebbe velocizzare sensibilmente la navigazione su reti 3G/LTE e il download di file, e anche ridurre il problema del buffering nella fruizione di video online.

Il nuovo protocollo è sostanzialmente una modifica migliorativa del protocollo UDP (User Datagram Protocol), usato in genere per lo streaming multimediale. L'idea è quella di distinguere tra i pacchetti persi e quelli che non sono ancora arrivati a destinazione, ed eliminare in questo modo le ritrasmissioni superflue. Gli ingegneri Fujitsu hanno aggiunto al nuovo protocollo anche un nuovo sistema per la gestione della banda, il cui scopo è impedire che le attività UDP compromettano i trasferimenti TCP, assorbendo troppo bandwidth.

Tutto molto bello, ma finora non particolarmente utile, perché la stragrande maggioranza del traffico Internet usa il protocollo TCP. Ed è qui che gli specialisti dell'azienda giapponese hanno trovato la chiave di volta: il nuovo sistema include infatti anche uno strumento per trasformare il traffico TCP nel nuovo protocollo – che è una tecnologia proprietaria Fujitsu. Ecco perché questa novità potrebbe di fatto rendere più veloce la navigazione, il download, le videochiamate e altre attività.

Nella pratica la novità proposta da Fujitsu si traduce in un software aggiuntivo, che nei test realizzati tra USA e Giappone ha mostrato miglioramenti nella velocità di trasferimento fino a trenta volte rispetto al classico TCP, e ridotto la latenza a un sesto.

L'azienda prevede di mettere in commercio il nuovo strumento come prodotto middleware già nel corso di quest'anno. I clienti a cui si dirige non sono tuttavia gli utenti finali ma ISP, fornitori di servizi come Akamai e provider di contenuti come YouTube. Tutte le grosse aziende, in altre parole, che usano infrastrutture di rete ad alte prestazioni.