GeForce GT 1030 con GPU GP108, arriva a metà maggio?

Pensata per contrastare la Radeon RX 550, la nuova GT 1030 di Nvidia si avvarrà di un'inedita GPU Pascal. Ecco qualche dettaglio sulle specifiche tecniche.

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a cura di Manolo De Agostini

Nvidia si appresta a portare sul mercato una nuova scheda video basata su architettura Pascal, la GeForce GT 1030. Le indiscrezioni circolavano già da qualche settimana, ma nelle ultime ore sono emersi maggiori dettagli.

Come implica il nome, la GT 1030 andrà a occupare la fascia bassa del mercato, probabilmente collocandosi intorno o sotto i 100 euro per sfidare la nuova proposta di AMD, la Radeon RX 550. Al pari della concorrente, basata sulla nuova GPU Polaris 12, anche la scheda di Nvidia dovrebbe avvelarsi di una GPU inedita chiamata GP108.

nvidia gp108

In rete è apparsa una prima immagine di GP108 e, secondo le prime stime, occupa un'area di 100 mm2, inferiore ai 132 mm2 di GP107 (GTX 1050). Si vocifera inoltre di un TDP di 30 watt, più basso dei 75 watt della GTX 1050 e dei 50 watt della RX 550.

Di conseguenza il chip grafico potrebbe essere prodotto a 14nm FinFET come GP107 e la scheda non dovrebbe richiedere, nemmeno per possibili modelli overcloccati, un connettore ausiliario.

Dal punto delle specifiche si vocifera la presenza di 512 core, 32 TMU e ROPs, con un bus a 64 bit che collegherà 2 o 4 GB di memoria GDDR5. Non sono note al momento le frequenze, ma se Nvidia usasse GDDR5 a 7 Gbps la scheda offrirebbe un bandwidth di 56 GB/s.

NVIDIA GeForce GT 1030 ashes of the singularity

La GeForce GT 1030 è apparsa nel database del benchmark di Ashes of The Singularity, totalizzando 1100 punti a impostazione standard (1080p) e raggiungendo un frame rate medio di 12 fps, un valore piuttosto basso che identifica la scheda come inadeguata per i giochi tripla A. Il focus però è su alcuni titoli eSports molto diffusi (DOTA 2 ad esempio), proprio come per la RX 550.

La GT 1030 dovrebbe debuttare a metà maggio, con l'obiettivo dichiarato di raccogliere consensi soprattutto in Asia, dove il gaming è davvero visto come uno sport, molto più che in Europa e persino Stati Uniti.