Geo-localizzazione e soft-proofing

Recensione di Adobe Photoshop Lightroom 4. L'elemento caratterizzante della nuova versione è il PV2012, un motore di elaborazione delle immagini migliorato.

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a cura di Tom's Hardware

Geo-localizzazione e soft-proofing

In ossequio alla moda della geo-localizzazione delle foto, anche Lightroom si è dotato di una sezione specifica denominata Mappa. Il software è in grado di rilevare le coordinate associate a una immagine, se la fotocamera d'origine era dotata di un sensore GPS che le ha memorizzate nei suoi metadati, ma più genericamente permette di posizionare le fotografie del Catalogo su una mappa di Google, semplicemente trascinandocele, per indicare il punto in cui sono state scattate.

Un sistema abbastanza efficace di segnaposto permette di capire quante foto si trovano in una certa zona anche variando sensibilmente il fattore di ingrandimento e c'è sempre la possibilità di interrogare Google Maps per individuare i punti di cui non ricordiamo precisamente la posizione. Ovviamente tutto questo funziona se Lightroom ha disponibile un collegamento a Internet, altrimenti addio geo-localizzazione.

Una volta posizionate tutte le foto la sezione Mappa diventa anche un utile strumento di ricerca, dato che basta fare clic su uno specifico segnaposto per mostrare una piccola anteprima delle foto posizionate in quel punto: questa anteprima è navigabile avanti e indietro e con un doppio clic su una particolare foto la portiamo in evidenza nella sezione Libreria.

La Mappa di Lightroom 4 si basa su Google Maps e mostra la posizione delle foto in base alle coordinate memorizzate da un sensore GPS nei dati EXIF; se non ci sono bisogna trascinare manualmente le immagini sul luogo dove sono state scattate

Altra novità di Lightroom 4 è una funzione base di soft-proofing, ossia il software è in grado di mostrare in anteprima a schermo la resa di una nostra fotografia stampata su un determinato tipo di carta. Questa anteprima viene mostrata affiancata all'immagine di partenza per evidenziare le differenze fra le due, che sono quasi sempre rilevanti, e può essere modificata per ridurle al minimo. Questo è possibile perché Lightroom 4 crea una copia virtuale dell'immagine di partenza e ci fa modificare questa, mentre a monitor vediamo l'immagine originale - che non viene modificata - e il risultato della stampa che si otterrà stampando la copia virtuale.

Mettendo in gioco questa copia virtuale si evita un circolo vizioso: la resa in stampa si può variare solo modificando l'immagine di partenza, ma facendo questo non possiamo più confrontare la "nuova" stampa con la "vecchia" immagine originaria dato che l'abbiamo modificata.

In Lightroom 4 c'è una forma semplice di soft-proofing che consente di variare i parametri dell'immagine di partenza visualizzando la resa che questa avrà su un particolare tipo di carta