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a cura di Dario D'Elia

Perfect 10, uno dei tanti siti porno statunitensi, ha deciso di citare in giudizio Google. A quanto pare il noto motore di ricerca sembra essere troppo efficiente. GiÃ? , perchÃ?© non solo Ã?¨ in grado di scovare ogni tipo di informazione presente su Internet, ma anche di rendere accessibile il materiale porno normalmente a pagamento. Google nel suo gigantesco archivio non solo annovera uno smodato numero di siti pirata specializzati nel fornire password per i siti porno a pagamento, ma permette di visualizzare numerose immagini tramite il servizio Google Images.

Secondo Norm Zada, editore di Perfect 10, Google era giÃ?  stato avvertito del problema, ma a quanto pare la questione non si era dimostrata degna di interesse. Adesso forse cambierÃ?  tutto, anche perchÃ?© il gigante di Mountain View (CA) Ã?¨ accusato anche di lucrarci, grazie al suo sistema di pubblicitÃ?  a pagamento. D'altronde piÃ?¹ aumentano gli utenti che consultano i risultati piÃ?¹ aumentano le revenue provenienti dagli inserzionisti.

Attualmente lâÂ?Â?accesso a Perfect 10 Ã?¨ possibile tramite abbonamento mensile di circa 30 dollari. Il problema Ã?¨ che il numero di unique user non corrisponde al numero di sottoscrizioni: attualmente il traffico interno mensile ha raggiunto quota 100 mila. Se la corte Federale di Los Angeles dovesse riconoscere la violazione dei diritti di copyright Google sarebbe costretta a pagare unâÂ?Â?ingente multa, e probabilmente ad intervenire sul suo sistema di archiviazione che comprende anche siti di hacking. In questo caso si attiverebbe una reazione a catena che potrebbe portare allâÂ?Â?esclusione di tutti i siti di hacking considerati âÂ?Â?illegaliâÂ? per il loro contenuto.

Perfect 10 ha assunto un mastino del Foro, ovvero Russell Frackman, lo stesso avvocato che aveva rappresentato le Major discografiche nelle battaglie legali contro i network di file-sharing. Secondo Jonathan Zittrain, co-fondatore del âÂ?Â?Berkman Center for Internet & SocietyâÂ? presso âÂ?Â?Harvard Law SchoolâÂ?, Google ha sempre posto molta attenzione alle questioni di copyright. In veritÃ? , in passato si Ã?¨ distinto per essere troppo rigido, come quando censurÃ?² i siti che criticavano la Chiesa di Scientology.

Nel 2002 la 9 Ã?° Corte dâÂ?Â?Appello statunitense, nel caso âÂ?Â?Kelly contro Arriba Soft CorpâÂ?, sentenziÃ?² che i motori di ricerca non possono mostrare le immagini a dimensioni reali contenute in un sito Web senza visualizzarne anche il link della pagina Web a cui fanno riferimento. Le anteprime, quindi, sono tollerate e non infrangono i diritti di copyright. Google ha sempre rispettato questa norma; il problema Ã?¨ che, in questo caso, alle anteprime delle immagini porno di âÂ?Â?Perfect 10âÂ?, presenti su Google Images, ha sempre affiancato i link dei siti di password che illegalmente dispongono delle immagini a dimensione reale.

La questione di fondo, almeno per Perfect 10, Ã?¨ che tutti i siti di password sono ospitati su server stranieri, ben lontani dalla giurisdizione nazionale. Quindi lâÂ?Â?unica soluzione sembra essere quella di attaccare il motore di ricerca che ne archivia gli URL e le loro immagini. LâÂ?Â?atto sembra folle, anche perchÃ?© potrebbe iniziare una campagna contro tutte le realtÃ?  online scomode indicizzate da Google, compreso il sito di Hello Kitty, perchÃ?© magari domani si scopre che la Sanrio Ã?¨ finanziata da Bin Laden.

EâÂ?Â? vero che Google dovrebbe attivare sistemi di protezione per i minori, magari su Google Images, ma la battaglia campale di âÂ?Â?Perfect 10âÂ? sembra essere decisamente fuori bersaglio. E dire che la pornografia grazie al Web ha raggiunto introiti di miliardi di dollariâÂ?¦ Probabilmente i dirigenti di âÂ?Â?Perfect 10âÂ? dopo aver passato lunghi anni fra le barricate degli attivisti che lottavano per il diritto alla libertÃ?  di espressione adesso hanno cambiato idea, trasformando ogni convinzione in una mera questione di copyright, che per di piÃ?¹ cerca di colpire lâÂ?Â?obiettivo sbagliato.