Google: da motore di ricerca a mercatino con pulsante "acquista"

Google nelle prossime settimane attiverà i pulsanti "buy" nei risultati delle ricerche mobili. In pratica si potrà acquistare da smartphone con un click.

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a cura di Dario D'Elia

Il motore di ricerca di Google su smartphone e tablet si candida a diventare la piattaforma di shopping più potente del mercato. Nelle prossime settimane, come hanno spiegato fonti autorevoli al Wall Street Journal, verranno attivati su mobile i pulsanti "Buy" (acquista) per i link sponsorizzati.

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In pratica negli Stati Uniti effettuando una ricerca correlata a un prodotto basterà un click per procedere al suo acquisto. L'utente si troverà su una pagina Google che consentirà di selezionare alcuni parametri (come dimensioni o colore), opzioni di consegna e ogni altra informazione utile. Anche il pagamento sarà gestito dal colosso statunitense, con la possibilità di registrare una volta sola le proprie credenziali. I fornitori dei prodotti però saranno solo i partner, come ad esempio Macy's.

La novità riguarderà esclusivamente il settore mobile, quindi su desktop non cambierà nulla. I negozianti statunitensi sono comunque preoccupati perché di fatto questo trasformerà Google in un "mercatino" e loro saranno relegati a banali fornitori di merce senza un rapporto diretto con i consumatori. Il colosso statunitense comunque pare essere intenzionato a condividere ogni informazione marketing con i partner: insomma, i negozi potranno continuare a sapere i nomi, indirizzi e preferenze dei clienti.

Google ha immaginato anche un modello di business diverso rispetto a quello dei concorrenti eBay e Amazon. Invece che tenere per sé una quota del transato girerà tutto al negoziante e poi farà quadrare i conti attraverso la sua piattaforma pubblicitaria. Il negoziante pagherà in base ai click generati dai link sponsorizzati, dai pulsanti "Buy" e dagli acquisti.

Insomma, ne saranno contenti i grandi inserzionisti e un po' meno i piccoli che avranno sempre meno visibilità.

In Europa un sistema come questo potrebbe far saltare la mosca al naso all'Antitrust, ma sul mercato mobile è più complicato stabilire se davvero il motore di ricerca di Google abbia una posizione dominante.