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a cura di Manolo De Agostini

Google ha messo nelle mani di un sistema di intelligenza artificiale il raffreddamento di almeno uno dei suoi datacenter. La casa di Mountain View ha collaborato con la sua sussidiaria DeepMind per realizzare una soluzione totalmente autonoma.

"Volevamo ottenere risparmi energetici con meno costi di gestione", ha affermato Dan Fuenffinger di Google. "L'automazione del sistema ci ha permesso di implementare azioni più specifiche con maggiore frequenza, facendo meno errori".

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Come funziona? Ogni cinque minuti l'AI ospitata sul cloud di Google raccoglie i dati provenienti da migliaia di sensori - inclusi i sensori di temperatura, di consumo e altri - all'interno del datacenter. Con tali valori alimenta una rete neurale profonda, la quale prende in considerazione consumo energetico e vincoli di sicurezza prima di decidere una linea di condotta, delegata a sistemi di controllo locali.

In quei cinque minuti l'AI considera miliardi di potenziali azioni a detta di Google, prevedendo quali porteranno con maggiore probabilità ai risultati desiderati. Tutte le azioni che potrebbero essere in qualche modo rischiose per l'integrità del datacenter sono invece scartate.

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I tanti paletti messi all'IA da Google per evitare errori

Per evitare che occasionalmente passi una decisione sbagliata, l'AI verifica le azioni che vuole prendere in base a un elenco di vincoli  stabiliti dagli operatori umani. Come ulteriore precauzione, l'AI è stata addestrata a dare priorità a "sicurezza e affidabilità" rispetto che alle prestazioni e ai risparmi sui costi.

Secondo Google il sistema ha già restituito buonissimi frutti. Nel corso di nove mesi le prestazioni del datacenter sono cresciute dal 12% al 30%, in parte grazie all'apprendimento di soluzioni per gestire il raffreddamento in modo più efficiente. In inverno, ad esempio, il datacenter si è avvantaggiato del freddo ambientale per produrre acqua "più fredda del normale" per il raffreddamento a liquido, riducendo così l'energia necessaria per il raffreddamento interno del datacenter.

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Il miglioramento nei consumi energetici - clicca per ingrandire

Joe Kava, vicepresidente per i datacenter di Google, ha spiegato a MIT Technology Review che il sistema potrebbe generare milioni di dollari di risparmio energetico e potrebbe aiutare a ridurre le emissioni di carbonio.

"Siamo entusiasti del fatto che il nostro sistema di controllo diretto basato sull'AI stia operando in modo sicuro e affidabile, garantendo al tempo stesso risparmi energetici", ha scritto Google sul proprio blog. "I datacenter sono solo l'inizio. A lungo termine, pensiamo che ci sia il potenziale per applicare questa tecnologia in altri contesti industriali e contribuire ad affrontare il cambiamento climatico su una scala ancora più grande".

Non è la prima volta che Google usa una AI per i propri datacenter. Nel 2016 l'azienda ha implementato un sistema sviluppato da DeepMind capace di dare suggerimenti agli operatori umani. Nei test svolti quel sistema ha garantito una riduzione dell'energia usata per il raffreddamento del 40% e un calo del 15% della Power Usage Effectiveness (PUE) - un rapporto tra l'uso totale di energia del fabbricato e il suo uso di energia per l'IT.

Dato che i datacenter consumano già il 3% dell'elettricità globale ed emettono il 2% dei gas serra totali, si tratta di una buona notizia, soprattutto perché questi valori dovrebbero triplicare entro 10 anni.