Hewlett Packard: come facciamo a essere ecologici, e cosa non va in Italia

Intervista con due portavoce HP sul riciclo delle cartucce usate e sull'ecocompatibilità dell'elettronica.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Introduzione

Per le stampanti, che siano laser o a getto d'inchiostro, vale la stessa regola che vige per i computer: ce n'è quasi una per ogni casa, e spesso più di una nei luoghi di lavoro. Oggi forse non si stampa più tanto come una volta, ma la carta è ben lontana dalla sua definitiva scomparsa.

Quando si stampa poi c'è da prendere in considerazione anche un altro aspetto: l'impatto ambientale. Il toner esaurito delle stampanti laser e le cartucce delle inkjet, sono molto inquinanti: un po' per gli inchiostri e un po' per i materiali di cui sono composti (plastica e metallo). Quando arriva il momento di cambiarli non possiamo semplicemente gettarli nel cestino; vanno portati nei centri di raccolta ecologici che troviamo in molte città. E speriamo che i nostri lettori siano attenti a rispettare queste indicazioni.

Tranne che per i professionisti con partita IVA e le aziende, anche quelle piccole. In questo caso esistono servizi per il ritiro a domicilio dei toner esausti. Lo offre HP per esempio: basta chiamare un numero dedicato e la società ci manderà a casa un raccoglitore per cartucce e toner, e se lo verrà a prendere quando è pieno, o comunque una volta l'anno.

Ma perché i privati cittadini in Italia non possono usufruire di quest'ottimo servizio? Che cosa possiamo fare per inquinare meno con le nostre stampe? Rigenerare le cartucce presso i servizi appositi la soluzione più ecocompatibile che abbiamo a disposizione?

Abbiamo cercato le risposte aqueste e altre domande parlando con Marco Lanfranchi (Commercial Sales, Director HP Italiana) e Silvio Remonato (Environmental Business Management Organization, Iberia & Italy Country Manager), che ci hanno spiegato alcune cose sul riciclo dei materiali nel mondo della stampa e delle stampanti.