Ecologia e HP Italia, un impegno costante

Intervista con due portavoce HP sul riciclo delle cartucce usate e sull'ecocompatibilità dell'elettronica.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Ecologia e HP Italia, un impegno costante

TH: Quali sono gli obiettivi per il futuro a breve e lungo termine?

Ci sono tanti microbiettivi o obiettivi parziali, mentre quello globale è migliorare l'impatto ambientale di HP nel suo insieme. Riguarda tutta la filiera dell'azienda, che è sottoposta a continui miglioramenti. Nodi fondamentali: estrazione e utilizzo della materia prima, uso di acqua (tra quindici o vent'anni potremmo restare senza), consumo vero e proprio presso il cliente (energia usata dai prodotti).

Per esempio, vogliamo ridurre i consumi delle nostre macchine: un esempio significativo sono i PC, che possono funzionare più a lungo che in passato. Oggi consumano più o meno la metà che nel 2005, nonostante l'aumento di potenza; o c'è un server appena uscito, si chiama MOONSHOT, progettato negli HP Labs che consuma l'86% in meno rispetto a uno tradizionale. In una server farm ha un impatto enorme.

TH: Crediamo che il problema dell'ecologia in Italia sia una questione culturale. Cosa ne pensate e cosa, secondo voi, si potrebbe fare per sensibilizzare maggiormente le persone?

Spesso manca la sensibilizzazione del pubblico, sono pochi quelli che si pongono il problema. Anche le aziende nostre clienti devono essere green, e per questo non può contare solo il prezzo; dalla PA al singolo consumatore, la valutazione non andrebbe basata solo su quello ma anche sul costo ambientale per l'intero ciclo di vita.

HP mette volontariamente l'etichetta ambientale, ma non c'è un solo  standard che permetta di confrontare facilmente un prodotto con l'altro. Ci sono tante e troppe etichette diverse, diventa costoso e quasi impossibile certificare tutto, e dare al consumatore uno strumento per la comparazione. Per non parlare di Russia, Cina, etc: ognuno ha una propria etichetta e non si può vendere senza.

Tra le molte etichette indipendenti, la più famosa è Energy Star, che qualifica i prodotti. La PA la usa obbligatoriamente per gli acquisti verdi, ed è un''ottima cosa.  Dove richiesto cerchiamo di dare tutte le informazioni, ma dev'essere l'azienda cliente ad essere sensibile. Esistono pochi esempi virtuosi, ma succede anche che nelle gare pubbliche siano richieste caratteristiche di minore importanza, come la percentuale di cartone riciclato utilizzato, mentre non si considera l'impatto ambientale complessivo del trasporto e dei danni dovuti ad imballaggi di scarsa qualità".

È una questione culturale che non si riesce a cambiare in poco tempo. Purtroppo ci vorranno tanti anni. Per esempio ancora oggi alcuni pensano che il materiale rigenerato sia sempre più green, quando spesso è vero il contrario, perché' non considerano guasti o sprechi o danni causati da oggetti troppo vecchi e inaffidabili, o non guardano a cosa succede dopo uno o due riusi.

È vero che in Italia siamo un po' indietro, ma abbiamo fatto dei progressi significativi. Negli ultimi anni il divario rispetto ad altri paesi si è ridotto sensibilmente. Il cambio dovrà essere favorito dalla  normativa: ce n'è una nuova in preparazione per accogliere un'indicazione europea. Se il nostro governo saprà approfondire il tema e prendere le scelte giuste, senza servire un interesse o l'altro, potrà dare un cambiamento significativo. Per ora siamo partiti lentamente, non abbiamo ancora una commissione che discuta dell'argomento. Altri Paesi invece hanno già studi, analisi e bozze di legge. Siamo in ritardo.

Se non sarà promulgata la legge in tempo potremmo avere una procedura di infrazione e delle multe (La legge precedente  è arrivata con due anni di ritardo).. La scadenza è febbraio 2014:  ma c'è' ancora una buona possibilità di arrivare per tempo, vogliamo essere  ottimisti.

TH: la carta è stata data per morta molte volte, ma è ancora viva e vegeta. Alcuni stampano di meno, certo, ma il consumo in generale resta sempre quello. Non sarebbe auspicabile un futuro senza carta, per quanto potrebbe andare contro il vostro business?

Per il momento non è vero: si stampa un po' meno in rapporto al numero d'informazioni, ma queste aumentano. Per esempio le fotografie: la percentuale di quelle stampate è inferiore, ma il totale delle stampe aumenta. Una volta scattavi  36 foto per averne 10, oggi ne scatti duecento ma comunque ne stampi 10 o 12. E negli uffici non si stampa meno: perché c'è più faciilità a leggere su carta che su schermo. I consumi di carta in generale sono stabili: non aumentano né calano.

In ogni caso la carta HP arriva tutta da foreste/coltivazioni certificate. Quando calerà l'uso della carta sarà un bene per l'ambiente. HP è un'azienda globale, e noi ne saremo contenti. Non è un problema: c'è un beneficio per l'ambiente, o ci sarà, e HP servirà il cliente. Il foglio non stampato è quello più ecocompatibile, certo, ma soddisferemo sempre le esigenze dei nostri clienti: fino a che loro stamperanno, noi risponderemo. Sono le esigenze del mercato che dettano le regole. Noi non spingiamo nessuno a stampare tanto o poco, ma certo a non sprecareFotografie, i disegni da colorare per i bambini, le ricerche scolastiche, etc: le esigenze se le fanno i consumatori.

In ogni caso il 90% della stampa al mondo è quello di etichette, cartelloni, scatole, volantini, giornali e altre attività industriali in cui HP non è coinvolta con le macchine da casa o ufficio. Documenti e fotografie rappresentano solo una minima parte del totale. Se le scuola adotterà tablet o portatili e i ragazzi non avranno più bisogno di stampare, questo potrebbe essere una grossa differenza. Ma non siamo un paese molto informatizzato, e ci vuole sensibilità per "passare al tablet". Ci vuole tempo. Passare dal libro al tablet è un cambio generazionale: secondo noi la direzione è corretta.