Rispetto dell'ambiente in Italia

Intervista con due portavoce HP sul riciclo delle cartucce usate e sull'ecocompatibilità dell'elettronica.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Rispetto dell'ambiente in Italia

TH: Cosa fa HP, in Italia, per promuovere il rispetto dell'ambiente?

Per le cartucce, HP ha un programma che va avanti dall'86 a livello mondiale. Recuperiamo il materiale che viene rilavorato in due maniere: dei toner si recupera la plastica,). Si separano plastica e metallo per recuperarli. Per le cartucce inkjet, si fonde la plastica   insieme a bottiglie in PET per creare nuove cartucce.

Il cliente ci chiama o s'iscrive tramite il sito. Riceve lo scatolone e ci richiama quando è pieno. Dove non siamo presenti direttamente dal cliente usiamo il canale per offrire il servizio, e in ogni caso usiamo il marketing per comunicare la disponibilita' del servizio. Per HP sta funzionando, con il limite che ritiriamo solo i nostri prodotti. Non compatibili né rigenerati, né di altri marchi. Per noi non è una fonte di guadagno ma un investimento (spesa) sull'ambiente.

TH: e per quanto riguarda prodotti diversi dalle stampanti?

Possiamo partire dall'obbligo legale per i produttori di farsi carico dello smaltimento (dei rifiuti RAEE, NdR). HP offre questo servizio da prima che fosse obbligatorio per legge, dieci anni o più. Il processo di recupero per le aziende è analogo a quello delle cartucce, mentre per i rifiuti dei consumatori finali, non potendo attribuire il costo di trattamento di ciascun prodotto/rifiuto conferito al punto di raccolta al produttore del bene originale, esiste un sistema di raccolta e trattamento con ripartizione dei costi tra tutti i produttori di AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

Quindi si gestisce il sistema  collettivamente tramite le isole comunali: il costo delle operazioni è condiviso tra i vari produttori. Nel caso dei nostri apparecchi c'è un valore residuo molto alto, mentre in altri casi (frigoriferi, lampade) il costo di smaltimento è più alto, e quindi il valore residuo più' basso.

I RAEE sono divisi in cinque categorie: bianco (lavatrici, lavastoviglie, etc.), freddo (frigo, condizionatore), TV e Monitor , piccola elettronica (dal rasoio al notebook, allo spazzolino), lampade/illuminazione. I costi si dividono per tipo di prodotto, e poi nelle varie categorie ogni marchio paga in proporzione alla sua quota di mercato.

A questo proposito, c'è il problema dei "free riders". Aziende che aprono e chiudono velocemente, vendendo prodotti economici importati. Immettono prodotti sul mercato ma lasciano agli altri il costo del riciclo. Dietro alla gestione RAEE ci sono molti soldi, aziende e persone. Tanti interessi, anche consolidati, e qualsiasi cambiamento può' toccare gli interessi di qualcuno, ma data la complessità' del tema il problema principale è spesso la limitata competenza di chi deve decidere.

TH: volete condividere con noi alcuni dati sullo stato del riciclo in Italia per i differenti prodotti?

Oltre l'80% del materiale di cui sono costituiti i toner si usa in nuovi prodotti, il 15% si usa in produzione energetica e il 4% per realizzare nuovi materiali. Non si butta via niente, o quasi. Chiamiamo il riciclo delle cartucce "Closed Loop", un processo nel quale il materiale di cui 'é costituita la cartuccia si rigenera con l'aggiunta di bottiglie in PET per fare altre cartucce.  In una cartuccia nuova ci sono mediamente 4 bottiglie di plastica.

TH: Quali sono stati i passi più importanti di HP nell'ambito dell'ecologia?

Forse la cosa più interessante è anche la più recente. Abbiamo annunciato il mese scorso il rapporto globale di cittadinanza: HP è la prima a presentare un rapporto integrale delle proprie emissioni, dall'estrazione dei materiali a fine vita del prodotto. Per la prima volta dichiariamo tutti i dati e non stime, che comprendono tutti i fornitori e tutti i clienti.

Una delle differenze rispetto a molti concorrenti e che noi comunichiamo ufficialmente i numeri. Il nostro report è più preciso rispetto alla concorrenza, senz'altro tra i migliori. Da anni siamo al vertice delle classifiche delle aziende "green", come Best Global Green Brand, Computerworld o Greenpeace, che è una delle valutazioni più difficili da superare.

Non ci sono sostanze pericolose nei nostri prodotti. Controlliamo tutti i nostri fornitori per evitare la manodopera minorile e lo sfruttamento.