Un impegno serio, un esempio non italiano

Intervista con due portavoce HP sul riciclo delle cartucce usate e sull'ecocompatibilità dell'elettronica.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Un impegno serio, un esempio non italiano

Siamo stati a Montreal, Canada, per toccare con mano l'impegno ambientale di HP. L'occasione ci ha permesso anche di capire i rapporti che l'azienda ha con realtà come la FSC (Forest Stewardship Council), impegnata nella preservazione del patrimonio naturale, perché produrre carta significa abbattere alberi, ma un approccio rispettoso permette di mantenere vivo il business dei consumabili preservando le foreste.

Nonostante la penetrazione massiccia del digitale nei mezzi di comunicazione, le aziende impegnate nel business della stampa sono certe che la richiesta di carta e inchiostri non calerà. Non possiamo dire se sarà veramente così, anche se siamo più inclini a pensare al contrario, ma certo la stampa sarà ancora la normalità per diversi anni.

Durante la nostra visita siamo stati colpiti da quanto la società sia attenta al riciclo, e come una volontà green come quella di HP possa trovare facile applicazione dei tanti servizi e norme atte a preservare il patrimonio naturale del pianeta. La sorpresa più grande è stata però scoprire quanto invece sia difficile raggiungere gli stessi standard nel nostro paese.

TH: l'Italia è all'ultimo posto tra i paesi che prendono a cuore il riciclo, quali sono gli impedimenti che ostacolano azioni e norme più aggressive?

In altri paesi ci sono leggi meno complesse, o meno attente secondo il punto di vista: qui non riusciamo a fare il ritiro con le poste o equivalenti, perché ci vogliono mezzi e certificazione. Da noi i toner esausti delle imprese sono rifiuti speciali non assimilabili ai rifiuti urbani: altrove possiamo mandare un qualsiasi corriere o le Poste senza problemi, ma qui no, dobbiamo inviare automezzi autorizzati e seguire regole stringenti. Nonostante ciò' offriamo il servizio gratuito a tutti i nostri clienti aziendali purché' raggiungano volumi minimi di utilizzo.

Per i piccoli consumatori non possiamo offrire lo stesso servizio  che abbiamo in altri paesi, dove il cliente deve solo mettere l'etichetta sulla scatola e separarla dal resto dei rifiuti, o spedisce la cartuccia vuota con la busta preaffrancata pagata da HP. Ecco perché in Italia si fa un po' meno (riciclo) che in altri paesi.

La legge italiana impedisce di spedire rifiuti per posta. Se andassimo alle poste chiedendo di certificare tutti i mezzi si rifiuterebbero, a ragione. Le poste non accettano le cartucce vuote perché sono un rifiuto – mentre negli altri paesi è stata fatta un'eccezione.

Un altro problema che c'è in Italia è quello dei "falsi green". Molti consumatori scelgono di far rigenerare o ricaricare le proprie cartucce convinti anche che sia una scelta con meno impatto ambientale, ma la verità è che dopo una o due ricariche le cartucce comunque si guastano e sono gettate, e non c''è' certezza sul loro trattamento e recupero di materia/energia.