I produttori di NAND pronti a tagliare gli investimenti, ma i prezzi degli SSD dovrebbero crollare lo stesso

DRAMeXchange ha analizzato la situazione dei vari produttori di memorie NAND e le prospettive non sono rosee: gli analisti prevedono infatti minori investimenti e una riduzione della produzione di 3D NAND per contenere le spese e far fronte alla sovrapproduzione. Tutto questo però potrebbe non bastare: il prezzo dei prodotti finali è destinato a scendere.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Secondo un'analisi di DRAMeXchange, nonostante un calo globale del 10% avvenuto tra il 2017 e il 2018, i produttori di memorie NAND dovrebbero ridurre le loro spese in conto capitale (ossia gli investimenti in macchinari) di un ulteriore 2% nel corso del 2019. Le riduzioni arriveranno principalmente dai produttori sudcoreani, ma secondo gli analisti anche i produttori statunitensi non saranno da meno.

Il motivo di queste continue riduzioni della spesa è presto detto: siamo ancora in una situazione dove l'offerta supera la domanda. Secondo DRAMeXchange la situazione non è destinata a cambiare, nonostante le contromisure prese dai vari produttori, semplicemente perché la domanda di prodotti come computer portatili, smartphone e server rimarrà debole, ed è difficile immaginare aziende pronte a comprare memorie da inserire in prodotti con un mercato in contrazione.

L'esempio più lampante che mostra le conseguenze di questa situazione è probabilmente quello di Samsung, che ha rivisto la propria stima degli utili a 9,67 miliardi di dollari nel Q4 2018, il 18% in meno degli 11,7 miliardi previsti dagli analisti e circa il 29% in meno rispetto al Q4 2017. Il calo sarebbe dovuto alla scarsa domanda di smartphone e memorie, e secondo DRAMeXchange se un colosso come Samsung (che rappresenta il 30% del mercato) fatica a raggiungere i propri obiettivi è probabile che la situazione sia la stessa per tutti gli altri produttori.

Samsung e gli altri ridurranno la produzione nel corso del 2019 proprio per cercare di far fronte a questa situazione (da qui deriva la riduzione delle spese in conto capitale). A dire il vero, ci si aspettava già una riduzione della produzione con il passaggio a 3D NAND a 92 e 96 strati a causa del bisogno di più spazio nelle fabbriche, ma ora siamo passati dal "produciamo meno perché stiamo creando nuovi prodotti" al "produciamo meno perché dobbiamo ridurre i costi" (e conservare utili decenti, ndr).

A detta di DRAMeXchange a questo punto c'è da aspettarsi una riduzione del prezzo della NAND del 20% nel Q1 2019 (a fronte del 10% previsto inizialmente) e un ulteriore calo del 15% nel Q2. Nella seconda metà del 2019, un periodo in cui i produttori vendono di più, c'è da aspettarsi un moderato calo di prezzi, che comunque dovrebbero scendere costantemente del 10% ogni trimestre. Facendo una stima annuale, DRAMeXchange prevede che nel corso del 2019 i prezzi delle memorie NAND scenderanno del 50%.

È un calo di prezzo notevole, soprattutto se si pensa che finora era stimato tra il 10 e il 25% in base al tipo di memoria. Sembra proprio che i vari produttori non riusciranno a svuotare i loro magazzini tanto celermente, ma dal punto di vista di noi consumatori questo non è che un bene se porterà a una riduzione dei prezzi così importante.