I tablet vi leggeranno le mani con la tastiera virtuale

Fujitsu sta progettando una tastiera virtuale per tablet e smartphone proiettata su una superficie piana tramite la fotocamera. A un software è poi affidato il compito di interpretare quello che si scrive e tradurlo in un documento di testo.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Nel corso del Mobile World Congress di Barcellona Fujitsu ha presentato una tastiera virtuale che fra qualche anno potrebbe corredare smartphone e tablet. In buona sostanza si tratta di una funzione accessoria per la fotocamera del prodotto, che può essere sfruttata per proiettare su un piano (il tavolo per esempio) una tastiera virtuale su cui l'utente possa digitare testi senza bisogno del supporto fisico.

Come vede le vostre mani il software Fujitsu

L'idea non è un inedito, in passato ci sono stati almeno due progetti analoghi, di cui uno di Cellulon che ha persino raggiunto la fase commerciale, per non parlare di Microsoft OmniTouch che aveva l'obiettivo di proiettare tasti touch virtuali su qualsiasi superficie.

L'aspetto interessante dello studio di Fujitsu è l'integrazione nei prodotti che la maggior parte degli utenti ormai possiede, senza bisogno di accessori aggiuntivi da portare con sé.

Il prototipo presentato da Fujitsu è un tablet con Windows 8, che deve essere disposto ad angolo retto rispetto al piano d'appoggio su cui si intende proiettare la tastiera virtuale. L'unico requisito del prodotto che era esposto in fiera era una lampada che tenesse bene illuminate le mani: un accessorio che ovviamente dovrà essere eliminato in un'eventuale versione definitiva.

Tastiera fantasma

L'altro inconveniente del prototipo era che identificava le mani in funzione del colore della pelle e delle dimensioni. Questo significa che il programma necessita di una fase di apprendimento prima di funzionare per bene. A dimostrazione, uno dei giornalisti di TechCrunch ha fatto una prova e ha riportato che il sistema non riusciva a interpretare correttamente i testi perché le sue mani erano differenti da quelle dell'ingegnere giapponese su cui il prodotto era tarato.

Una volta che il software è stato correttamente istruito, riesce invece a interpretare le parole che l'utente sta scrivendo in funzione dei movimenti delle dita e trasformarle in un testo di un documento standard. La qualità della digitazione non sarà migliore di quella offerta dalle tastiere virtuali dei tablet, ma la diffusione di dispositivi touch ormai ha abituato moltissimi utenti alla mancanza del supporto fisico, quindi almeno da questo punto di vista non dovrebbero esserci grossi problemi. Sareste curiosi di provare?