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a cura di Dario D'Elia

Ebbene, dopo tanti anni di caccia alle streghe ecco finalmente una ricerca scientifica, pubblicata sulla rivista medica Acta Psychologica, che premia l’intrattenimento videoludico. Secondo recenti studi, infatti, sembra che il tempo speso nei mondi virtuali di Grand Theft Auto e Super Mario possa migliorare le capacità visive. L’individuazione di nemici o oggetti allena la vista ad interpretare più velocemente l’ambiente che ci circonda. Negli esperimenti effettuati con giovani hard core gamers e neofiti, i primi hanno dimostrato una maggiore abilità nell’elaborare le immagini.

Secondo il Dott. Alan Castel, un ricercatore di psicologia della Washington University di St. Louis, il cervello dei video-giocatori non applicherebbe una strategia migliore, ma semplicemente sembrerebbe in grado di processare più velocemente. Certamente la valutazione esatta degli effetti positivi sul quotidiano non è calcolabile; l’unica certezza che, rispetto al campione dei neofiti, gli appassionati di videogiochi riuscivano a completare i test con 100 millisecondi di vantaggio.

Castel non si sbilancia, ma riconosce che il miglior tempo di elaborazione potrebbe permette di comprendere, in una situazione di emergenza, la differenza fra la percezione di un possibile incidente d’auto e l’incidente stesso. Bisogna comunque ricordare che qualche partita sporadica non servirebbe a migliorare le proprie abilità: gli hard core gamer studiati giocano 6 giorni alla settimana, almeno 2 ore al giorno.

Lo studio, comunque, non nasce per giudicare i videogiochi, ma solo per evidenziare i possibili effetti collaterali positivi che possono provocare. Queste considerazioni finali potranno, ad esempio, aprire la strada a nuove ricerche volte alla riabilitazione: il miglioramento delle capacità elaborative visuali e l’aumento della soglia di attenzione potrebbero aiutare nella lotta contro alcune patologie.