Il boss di ARM: è presto per suonare il requiem di Intel

Warren East, alla guida di ARM, spende parole di elogio per l'avversaria Intel, dipinta come un'azienda capace di affrontare i mutamenti del mercato. Sbaglia chi ne ha decretato un rapido declino.

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a cura di Manolo De Agostini

Intel è ancora un'azienda solida, capace di offrire grandi innovazioni e chi pensa a un suo rapido declino è in errore. È questo il pensiero di Warren East, amministratore delegato di ARM, che a margine dell'Open Mobile Summit di San Francisco ha speso parole di elogio per quella che sarà sempre più un'importante concorrente.

I destini delle due aziende, infatti, si stanno già incrociando, con Intel che sta entrando nel settore degli smartphone e in quello dei tablet. ARM, dal canto suo, non fa mistero di puntare ai micro-server, al settore mobile e in futuro forse non troppo lontano anche ai PC tradizionali; la serie Cortex A50 (ARM Cortex-A57 e Cortex-A53 a 64 bit per sfidare Intel) sono un passo verso quella direzione.

Intel e ARM non sono però sullo stesso piano. La prima sviluppa e produce chip x86, mentre la seconda si limita a progettare e offrire a terzi la licenza e la possibilità non solo di produrre i design, ma anche di modificarli. La vera sfida tecnologica si gioca però al livello della progettazione, tra due realtà una volta così lontane e ora sempre più vicine.

Warren East ha fatto notare che Intel nella sua storia è riuscita a gestire i grandi cambiamenti con successo, e per questo è prematuro affermare che non riuscirà ad affrontare l'evoluzione che sta colpendo, e colpirà, il mercato tecnologico. "Penso sia troppo presto per dire che Intel sia fuori dai giochi. In passato è riuscita con successo a reinventarsi da produttrice di memorie ad azienda impegnata nel settore dei microprocessori".

Concordiamo con East, perché se dovessimo dare Intel per sconfitta, probabilmente dovremmo suonare il requiem anche per tante altre aziende. Di certo però Intel ha davanti delle sfide importanti, come tutte le aziende del settore. Da una parte domina il settore PC, su cui però soffia il vento di una crisi che non sembra destinata a finire in tempi brevi, dall'altra deve trovare un modo per tamponare il calo delle vendite di microprocessori con una presenza più massiccia nel settore dei tablet e in quello degli smartphone.

In ambito tablet l'arrivo di Windows 8 può essere di enorme aiuto, ma in quello degli smartphone deve compiere un salto di qualità. La potenza dei chip non è infatti in discussione e secondo le prime recensioni degli smartphone Medfield, l'azienda ha imboccato la strada giusta anche sul fronte dei consumi. Quel che manca è un dispositivo "killer". Lava Xolo X900, Orange San Diego e presto il RAZR di Motorola non lo sono.

A Intel serve un prodotto di grido, amato e acquistato dalla gente. Apple non abbandonerà l'architettura ARM, quindi non resta che cercare di siglare un accordo con Samsung, HTC o LG, tutte in grado di realizzare prodotti Android x86. Le competenze tecnologiche e produttive non mancano alla casa di Santa Clara, e solo il tempo ci dirà se il cambio di pelle sarà stato indolore oppure no. Intel non gioca mai per fare la comprimaria, ma gli avversari si stanno moltiplicando e non sarà facile conservare la posizione di leader indiscussa nel settore dei semiconduttori.