Il calore dei Ryzen Pro contro i rigori dell'inverno

Creare dei caloriferi - server da usare per il cloud computing e, allo stesso tempo, riscaldare appartamenti. È l'idea della francese Qarnot, che per questo compito ha scelto le CPU Ryzen Pro di AMD rispetto ai Core i7.

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a cura di Manolo De Agostini

Il calore di 1500 processori Ryzen Pro riscalderà alcune case popolari nella città francese di Bordeaux. L'idea è quella di usare le CPU di AMD al massimo del potenziale: da una parte sfruttarne la potenza di calcolo, dall'altra il calore prodotto.

A occuparsi del tutto l'azienda locale Qarnot, che il 29 agosto ha partecipato a New York all'evento di lancio delle CPU Ryzen Pro. "La nostra missione è usare il calore generato dai processori per riscaldare case e uffici gratuitamente".

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Qarnot si definisce un provider di servizio cloud decentralizzati, la cui idea si concretizza con Q.rad, una sorta di calorifero che all'interno può contenere tre CPU come fonte di calore. "Riusiamo il calore che generano i processori. [...] Q.rad è connesso a Internet e riceve carichi in tempo reale dalla nostra piattaforma di computing", spiega l'azienda francese.

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"Il nostro business è fornire una piattaforma di cloud computing che sia in grado di inviare pesanti carichi di lavoro a qualsiasi tipo di computer, server o impianto di riscaldamento. Principalmente ci rivolgiamo a due industrie con un'enorme sete di potenza: gli studi cinematografici per il rendering 3D e gli effetti visivi, e banche per l'analisi dei rischi. Per esempio BNP Paribas svolge il 5% dell'analisi dei rischi finanziari sulla nostra piattaforma".

Perché Qarnot ha scelto proprio le CPU Ryzen Pro? Perché scaldano come il Vesuvio? No, il calore prodotto dalle CPU AMD non rappresenta un problema: sono altre caratteristiche ad aver convinto la realtà transalpina. "In termini di prestazioni e caratteristiche Ryzen Pro rappresenta una fantastica opportunità. Nei nostri test basati sui calcoli legati al rendering 3D abbiamo ravvisato miglioramenti prestazionali dal 30% al 45% rispetto ai Core i7 che usavamo in precedenza".

Un'altra qualità è la sicurezza. "Gli ambienti dove sono installati i nostri Q.rad sono per definizione fisicamente insicuri e possono essere nelle case di chiunque. Di conseguenza dobbiamo fornire lo stato dell'arte della sicurezza hardware e software per proteggere i dati dei clienti. Per quanto ci riguarda, il nostro hardware è connesso e situato nei salotti in modo che possiamo occuparci di sicurezza e privacy come qualsiasi altro produttore di dispositivi IoT o di smart home. La tecnologia Transparent Secure Memory Encryption di Ryzen Pro, che permette una codifica della memoria indipendente dal sistema operativo, è perciò molto interessante per fornire ulteriori layer di sicurezza alla nostra soluzione".

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A questi pregi Qarnot ci aggiunge il calore, perché Ryzen Pro scalda quanto una CPU Intel, ma in virtù delle maggiori prestazioni emerse nei test, si configura come una soluzione preferibile. "Per il nostro progetto a Bordeaux abbiamo così deciso di passare ad AMD per i nostri Q.rad. 1500 Ryzen Pro riscalderanno case e uffici gratis dal prossimo inverno. Allo stesso tempo stiamo considerando le CPU e GPU di AMD anche per nuovi prodotti, inclusa una caldaia per l'acqua calda in casa e soluzioni di riscaldamento delle piscine".

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L'idea di usare il calore dei processori o dell'hardware in generale non è affatto nuova, ma è l'applicazione a livello domestico l'elemento interessante. In un'epoca di evidenti cambiamenti climatici, potrebbe essere un intelligente (seppur non risolutivo) contributo nel mitigare gli effetti dell'azione umana sul pianeta.


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