Il capo di Intel Foundry Services ha appena rassegnato le dimissioni

Nel frattempo Intel continua a crescere con la sua divisione IFS, puntando a diventare una fonderia globale alternativa a TSMC.

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a cura di Gabriele Giumento

Come annunciato da un report di The Register, Randhir Thakur, capo della divisione IFS (Intel Foundry Services), ha appena rassegnato le dimissioni. Continuerà a guidare il reparto fino al primo trimestre 2023, al fine di garantire una transizione graduale con il suo successore. Il CEO Pat Gelsinger ha provveduto a dare la notizia a tutti i dipendenti aziendali con una e-mail, dove Thakur viene ringraziato per il contributo dato al progetto IFS, oltre che a essere determinante per il nuovo modello IDM 2.0, con cui Intel si candida a diventare una fonderia di riferimento per il mercato globale.

Durante l'operato di Thakur Intel è stata in grado di portare a casa alcune acquisizioni, come quella di Tower Semiconductor, diventando così una delle più grandi fonderie a contratto. Thakur ha inoltre permesso di stringere accordi con altre importanti realtà come MediaTek, ben nota nel segmento smartphone con i suo SoC Helio e Dimensity, portandola così via a TSMC, di cui era uno dei maggiori clienti.

L'azienda è attualmente impegnata nel modernizzare i suoi processi produttivi: si passerà dai 7nm di Meteor Lake ai 2nm del futuro nodo 20A, candidandosi in questo modo come un serio competitor a una sempre più predominante TSMC, la quale avrebbe di recente deciso di alzare ulteriormente il prezzo per ogni singolo wafer realizzato con il nodo a 3nm. Intel sta iniziando a raccogliere i frutti del nuovo percorso intrapreso: la divisione IFS è infatti in attivo, avendo guadagnato 171 milioni di dollari nel terzo trimestre relativo all'anno fiscale 2022. L'obiettivo è offrire i propri servizi di fonderia ai più grossi colossi tecnologici come Nvidia, ma anche la storica rivale AMD, recuperando il terreno perso nel campo delle tecnologie di litografia e i processi produttivi.