Il crollo di vendite degli HDD continua a far crescere l'archiviazione su nastro

Il calo di vendite che continua a interessare gli HDD fa ulteriormente crescere la diffusione delle unità di archiviazione a nastro LTO-8.

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a cura di Gabriele Giumento

L'archiviazione su nastro era molto diffusa nell'informatica degli anni '60, ma attualmente continua a essere più viva che mai. Il calo drammatico che ha colpito le vendite dei tradizionali dischi rigidi nel 2022 non ha rallentato l'acquisto di unità a nastro di tipo LTO (Linear Tape Open). La notizia proviene da Blocks & Files e Storage Newletter, i quali hanno pubblicato dei dati provenienti da TrendFocus, un sito specializzato in analisi di mercato. Stando al report, le vendite dei nastri sono persino destinate a crescere ulteriormente fino al 2027.

Secondo quanto pubblicato dagli analisti, la capacità di tutte le unità spedite ammonta a ben 79,3 exabyte, un aumento quantificato del 14% su base annua. Le previsioni di TrendForce dicono anche che la capacità delle unità a nastro continuerà a crescere con un tasso annuale del 21%, raggiungendo in questo modo nel 2027 i 207,1 exabyte. I prodotti per l'archiviazione a nastro realizzati da IBM, HPE e Quantum vengono solitamente utilizzati negli ambiti che riguardano l'archiviazione data center su cloud, per dati a cui raramente viene fatto l'accesso. La quantità di questi ultimi è tuttavia destinata ad aumentare, motivo per cui le unità LTO saranno più utilizzate nel prossimo futuro.

Il successo dei nastri LTO è dovuto al loro basso costo rispetto soluzioni più evolute, consentendo di usufruire di uno spazio ben maggiore: le recenti cartucce LTO-8, realizzate con strato magnetico in ferrite (SrFe), rendono ad esempio disponibili fino a 580 TB, superando di quasi 30 volte gli hard disk. Nonostante siano ovviamente più lenti delle unità a disco, per via della loro tecnologia a lettura in sequenza, rimangono comunque più che adeguati per compiti di pura archiviazione e backup.

Parlando proprio di HDD, il crollo di vendite ha subito un calo annuale del 40% e ha riguardato le aziende più grosse e attive nel settore, tra cui Seagate, Toshiba e Western Digital, le quali lo scorso anno sono riuscite a spedire 35,2-36,4 milioni di unità. Un andamento che, come per gli altri segmenti, è stato causato dal rallentamento generalizzato dell'economia. Anche questo 2023 sarà quindi probabilmente un anno difficile, sia per i classici HDD che per gli SSD.