Il Digital Markets Act europeo mette un freno alle Big Tech per favorire la concorrenza

L'Unione Europea si prepara a rendere operativo il Digital Markets Act allo scopo di diminuire lo strapotere delle Big Tech.

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a cura di Antonello Buzzi

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Dopo un incontro tra i negoziatori del Parlamento europeo e quelli del Consiglio europeo, l'Unione Europea ha annunciato il prima via libera al "Digital Markets Act", che, come indicato anche nel comunicato stampa diffuso ieri, "inaugura una nuova era di regolamentazione tecnologica in tutto il mondo" e "mette fine al sempre maggior dominio delle aziende Big Tech". Inoltre, "il DMA dovrebbe offrire risultati immediatamente tangibili: consumatori avranno la possibilità di scegliere di utilizzare i servizi principali delle aziende Big Tech come i browser, i motori di ricerca o la messaggistica, e tutto questo senza perdere il controllo sui loro dati".

In pratica, si tratta di una legge che dovrebbe dare la possibilità anche all'aziende tecnologiche più piccole di competere con quelle più grosse, che hanno sede principalmente negli Stati Uniti. Ad esempio, colossi come WhatsApp, Messenger e iMessage dovranno essere in grado di interoperare con altre applicazioni meno diffuse, nel caso venga richiesto. Questo imporrà nuovi obblighi, come riportato ai colleghi di The Verge, alle società considerate "gatekeeper", in pratica quelle con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro, almeno 45 milioni di utenti mensili e che possiedono una piattaforma (app o social network).

In tale definizione ricadono pienamente aziende note come Google, Microsoft, Meta, Amazon e Apple, ma anche realtà più piccole come Booking.com. Nel caso questi "gatekeeper" non seguano la legge, "la Commissione può imporre multe fino al 10% del loro fatturato mondiale totale nell'anno finanziario precedente e il 20% in caso di violazioni ripetute. In caso di infrazioni sistematiche, la Commissione può vietare loro di acquisire altre società per un certo tempo".

Dopo che il testo giuridico sarà finalizzato a livello tecnico e controllato da giuristi linguisti, dovrà essere approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio. Una volta completato questo processo, entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE e le regole saranno applicate sei mesi dopo. Per l'entrata in vigore, quindi, si dovrà attendere almeno fino al prossimo autunno.