Il Partito Pirata islandese potrebbe vincere le elezioni

Il Partito Pirata islandese, Píratar, è dato dai sondaggi al 38%. Se si andasse a elezioni sbaraglierebbe la concorrenza e sarebbe nella coalizione di Governo.

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a cura di Dario D'Elia

Nel 2017 il Partito Pirata islandese potrebbe vincere le elezioni governative se dovesse confermare gli attuali consensi. In un recente sondaggio di 365 Media – per altro allineato con il trend degli ultimi 12 mesi – il "Píratar" è dato al 38%. In pratica oggi sarebbe il partito più grande d'Islanda, considerato che Independence Party è dato al 27,6% (come nel 2013) e il Progressive Party al 12,8% (era al 24,4%).

Ásta Helgadóttir
Ásta Helgadóttir, il volto del Píratar 

Nelle precedenti elezioni del 2013, a pochi mesi dalla sua fondazione, il partito pirata ha conquistato il 5,1% dei voti, aggiudicandosi tre posti in Parlamento. A distanza di tre anni, con la crisi economica ancora protagonista del dibattito politico, potrebbe ottenerne ben 26 e quindi fare da ago della bilancia per una coalizione di Governo. Fermo restando il fatto che le sue posizioni politiche più solide riguardano diritti digitali e copyrigt.

"Non so. Non li giudico (i risultati del sondaggio, N.d.R.), ha dichiarato una scioccata Helgi Hrafn Gunnarsson, esponente del partito pirata. Appuntamento comunque alle prossime elezioni del 2017, con un piglio che ha molto di innovativo. "Non vogliamo realmente governare, piuttosto avere un sistema che funzioni dove ognuno è responsabile delle proprie azioni", ha concluso la "pirata" Ásta Helgadóttir.