Il Trusted Computing fa paura

Il Trusted Computing fa paura. Come inquadrarlo nella giusta ottica.

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a cura di Roberto Buonanno

CEO

Buongiorno,

Le scrivo riguardo al vostro articolo Alcohol: "masterizzazione bloccata in Vista"

Ciò che mi ha lasciato perplesso è la superficialitàa' con cui sono stati bollati i cittadini che, come me, sono preoccupati dalle conseguenze, ipotetiche o reali, dall'avvento del trusted computing.

Cito dall'articolo in questione:

"Tolto il fatto che fino alla versione Release Candidate 1 di Windows Vista non si registrano quei problemi apocalittici avanzati da alcuni individui alla ricerca esasperata del complotto, qualche problema si può comunque registrare"

Bene, io sono uno di questi individui. Mi occupo di informatica da 20 anni.

Non cerco il complotto ma sento un pericolo latente che minaccia la mia liberta', di cittadino, di programmatore e di sistemista.

Spero che questa affermazione, che ritengo offensiva verso coloro che vogliono maggiore chiarezza da una tecnologia che in apparenza dichiara maggiore sicurezza, ma nel contempo pone delle questioni molto gravi sulla sacrosanta liberta personale, sia stata frutto di una scarsa conoscenza dell'argomento trusted computing.

Restando a Sua disposizione per chiarimenti a riguardo le porgo

Distinti Saluti

Lettera firmata

Il Trusted Computing fa paura

Caro lettore,

La questione del Trusted Computing è decisamente spinosa e le assicuro che l'affrontiamo e l'affronteremo nel modo più serio. Nel caso dell'articolo da lei citato, il nostro De Agostini si è permesso di ironizzare sul tema perché riceviamo da mesi, via mail, tra i commenti ai nostri articoli o nel nostro forum, moltissimi messaggi che prefigurano una situazione a dir poco "Orwelliana".

In realtà la mia e la nostra percezione è che alcuni utenti si lamentano non tanto perché vedano a rischio la propria libertà, bensì la possibilità di usare software pirata a proprio piacere.

Per quanto mi riguarda io sono contrario perfino ai software che limitano la libertà d'uso con le noiose e macchinose procedure di attivazione, può immaginare cosa penso di sistemi operativi che controllano gli applicativi installati e le abitudini dell'utente.

Personalmente ritengo fuori luogo anche la recente trovata della società di Redmond, che mostra ai fruitori di copie pirata di Windows XP un messaggio minaccioso che avvisa dell'illecito in corso.

Ai nostri lettori ricordiamo inolte che, al momento dell'applicazione effettiva di questi nuovi sistemi di controllo, il consumatore finale - privato o aziendale che sia - avrà due scelte.

Se vorrà continuare nonostante tutto a usare un determinato prodotto, ma ritiene che alcune sue funzionalità mettano a rischio i propri diritti, può fare appello alla giustizia del proprio paese di residenza o a organi speciali come la Corte di Giustizia Europea. Non sarebbe la prima volta che dei colossi del settore sono costretti a fare "marcia indietro" da determinate posizioni a suon di sentenze.

La seconda possibilità consiste nella più vecchia forma di auto difesa del consumatore: se un prodotto non è soddisfacente per uno o più motivi, si evita di acquistarlo. I mancati profitti fanno più effetto di cento sentenze o di mille lettere di protesta.

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http://www.no1984.org/

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