Intel ha già risolto, almeno sulla carta, il bug dell'USB 3.0 scoperto qualche tempo fa nei chipset della serie 8 dedicati alle piattaforme per microprocessori Haswell. L'azienda, che non aveva confermato il problema, ha tuttavia pubblicato un documento in cui notifica di aver messo in cantiere un nuovo stepping dei chipset che sarà distribuito nel corso della prossima estate.
Il nuovo stepping C2, compatibile a livello di pin con il C1, va a risolvere un comportamento anomalo dei chipset nella gestione dell'USB 3.0. In sostanza all'inizio di marzo Intel aveva iniziato a informare i propri partner di un possibile malfunzionamento dei dispositivi connessi alle porte USB 3.0 pilotate dal chipset durante la ripresa dallo stato sleep S3.
Stando alle fonti precedenti Intel avrebbe definito il bug come un semplice "fastidio" per gli utenti finali, poiché non vi sarebbero perdite di dati, ma solo il problema di dover riavviare un'applicazione nel caso ad esempio stiate riproducendo musica o filmati da una periferica esterna.
Non sembra esserci all'orizzonte un fix software per questo bug, e quindi ecco che dal 19 aprile Intel inizierà a fornire ai propri clienti i sample di chipset steppint C2. La prima ondata di chipset senza bug sarà distribuita a partire dal 15 luglio. Questo vuol dire che sul mercato, inizialmente, arriveranno prodotti basati su chipset stepping C1. Le piattaforme Haswell sono infatti previste al debutto per inizio giugno.
L'unica contromisura di Intel è quella di limitare la disponibilità delle CPU e delle schede madre basate su tale chipset fino a quando le nuove soluzioni stepping C2 non diventeranno ampiamente disponibili, probabilmente a partire dalla seconda metà di agosto.
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Per quanto riguarda i produttori, c'è la possibilità d'installare sulle motherboard un controller USB 3.0 di terze parti, ma questo potrà avvenire solo su alcuni modelli, in quanto questa piccola aggiunta farà lievitare il prezzo delle schede madre, rendendole meno competitive verso modelli concorrenti oppure semplicemente riducendo i margini di guadagno per l'azienda produttrice.