Intel, SGI e 3M: server sotto liquido per risparmiare soldi

Si chiama Novec Engineered Fluid ed è un refrigerante sviluppato da 3M che promette di rivoluzionare il settore del raffreddamento nel mondo dei supercomputer e dei datacenter. Abbatte i costi e permette di avere più potenza in meno spazio.

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a cura di Manolo De Agostini

Raffreddare i supercomputer e i server che costituiscono datacenter non è semplice ma le aziende del settore lavorano per trovare nuove soluzioni: in gioco ci sono le prestazioni, le temperature, i consumi e anche lo spazio occupato dall'hardware. Si tratta di aspetti collegati tra loro, che possono essere pesantemente influenzati dal tipo di raffreddamento utilizzato. Per questo in questi anni si è passati dagli ambienti climatizzati a soluzioni alternative, dall'acqua finanche l'olio minerale.

L'ultima novità è un nuovo tipo di refrigerante sviluppato da 3M, che l'azienda chiama Novec Engineered Fluid ed è già usato in sistemi antincendio. Questo fluido è il pezzo forte di una tecnologia definita "raffreddamento a immersione in due fasi" che Intel, SGI e 3M hanno dimostrato in queste ore, creando un supercomputer sperimentale - un SGI ICE X con processori Intel Xeon – immerso completamente nel refrigerante.

Un'immagine del sistema usato per la dimostrazione

"Il Novec Engineered Fluid è un dielettrico che permette di raffreddare l'hardware richiedendo poca energia e garantendo al tempo stesso le massime prestazioni e affidabilità. La tecnologia di raffreddamento a immersione in due fasi può ridurre il costo dell'energia di raffreddamento del 95% e limitare il consumo di acqua, eliminando l'utilizzo di acqua comunale per il raffreddamento evaporativo. Il calore può anche essere raccolto dal sistema e riutilizzato per il riscaldamento o altri processi quali la desalinizzazione dell'acqua di mare".

In poche parole il fluido circonda l'hardware, assorbendo il calore e tenendo la CPU e altri componenti a temperatura costante, eliminando il bisogno di sistemi di raffreddamenti personalizzati. Per questo un sistema che usa il refrigerante di 3M richiede uno spazio dieci volte inferiore rispetto al raffreddamento ad aria ed elimina gli apparati necessari al raffreddamento a liquido. Insomma, teoricamente fa risparmiare denaro. "Il fluido consente di avvicinare ulteriormente i componenti, aumentando così la potenza di calcolo all'interno di un determinato spazio. Il sistema può offrire fino a 100 kilowatt di potenza di calcolo per metro quadrato", ha sottolineato 3M.

Il Novec Engineered Fluid sarà ulteriormente valutato nelle prossime settimane: Naval Research Laboratory, Lawrence Berkeley National Labs e APC by Schneider Electric collaboreranno con Intel, SGI e 3M per verificarne l'efficacia in qualsiasi configurazione, anche le più dense e potenti. Oggi i datacenter raffreddati per immersione non sono la norma, ma se le dimostrazioni dovessero andare bene – ed evidenziare costi in linea con le soluzioni tradizionali - la situazione potrebbe cambiare in fretta.

C'è però un altro aspetto importante: Intel non fa mistero che un raffreddamento di questo genere potrebbe portare a una riprogettazione dell'hardware, in quanto oggi quando si progetta un prodotto si tiene conto del calore. Ad esempio, i circuiti devono essere disposti a determinate distanze per evitare problemi. Il fluido di 3M potrebbe influenzare la progettazione dei componenti per supercomputer e datacenter. Inoltre potrebbe essere necessario ripensare le interconnessioni a livello rack, dato che il collegamento diretto di cavi ottici potrebbe dare qualche grattacapo.