Intel: shortage, schede grafiche e CPU future, facciamo il punto

Intervista a Patrick Gelsinger, CEO di Intel, a seguito dell'evento Intel Innovation, ove abbiamo approfondito diverse tematiche tecnologiche.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Qualche settimana fa abbiamo avuto l’opportunità di porre alcune domande a Patrick Gelsinger, CEO di Intel, sugli argomenti più disparati, a seguito dell’evento Intel Innovation dove sono stati toccati moltissimi punti sull’evoluzione futura, sia di Intel sia del mercato in termini più generali. Vediamo quindi alcuni punti che abbiamo approfondito.

Intel e l’architettura x86

Sappiamo che Intel è storicamente legata all’architettura x86, e nonostante questo set d’istruzioni abbia dominato il mercato dell’informatica (e ancora lo domina), soprattutto negli ultimi anni l’architettura ARM è stata in grado di ritagliarsi una fetta di mercato importante, di conquistare il mondo mobile e ora di diffondersi in quello dei computer più classici, tanto nel settore professionale quanto in quello consumer. Qual è la posizione di Intel e l’idea di Pat Gelsinger a riguardo, soprattutto per quanto riguarda RISC-V ?

Intel è aperta al supporto di ogni architettura oggi sul mercato e non esclude alcun tipo di evoluzione. Pat ha fatto un esempio molto semplice, quello dei carichi di lavoro AI, dove inizialmente si è cercato di farli gestire dalle CPU classiche, mentre oggi questi carichi sono gestiti facilmente dalle GPU, e così Intel ha fatto un cambio di rotta e ha lavorato all’implementazione di una miglior architettura spostando sulle unità grafiche questa tipologia di calcoli. Tuttavia, non ha fatto segreto del fatto che Intel è fortissima su x86, dopotutto sono decenni che sviluppa tutto quello che serve, compresi i processi produttivi, per questa architettura ed è qui che ha ancora il business maggiore. Secondo Pat Gelsinger x86 ha ancora molto da dire, ma ciò non esclude un’apertura a nuove architetture e tecnologie.

Come evolveranno i processori nei prossimi 10 anni?

Questa domanda può avere molteplici risposte, dipende da che punto di vista s’intende. Secondo Pat, in ogni caso, i processori futuri si evolveranno con un design chiplet, poiché i processi produttivi sono sempre più complicati. Ha quindi senso mixare differenti approcci in base agli obiettivi. Ad esempio, ha senso diminuire costantemente la dimensione dei transistor per creare CPU e GPU più complesse e potenti, non ha invece senso spendere risorse su unità dove un processo produttivo non fa la differenza, ad esempio sulle porzioni di controller I/O.

Dal punto di vista dell’architettura, ci saranno sempre più unità specializzate per carichi specifici. Intel l’ha già fatto in passato, creando unità di codifica o unità specializzate per carichi AI, poiché uno sviluppo in maniera uniforme dell’architettura non è in grado di fare veramente la differenza. Quello che invece bisogna armonizzare è l’accesso a quelle risorse condivise, come ad esempio la memoria, in maniera tale che tutte le unità possano accedere a risorse condivise in maniera efficiente.

Intel ha un piano di sviluppo per creare nuovi siti di produzione, ad esempio in Germania e Italia. Come la guerra in Ucraina e la crisi energetica può influire sul piano di sviluppo?

Ovviamente tutto il mondo è preoccupato per quello che sta succedendo, ma attualmente i piani iniziali di Intel non sono cambiati. Ora si è ancora nella fase di negoziazione con l’EU e i vari paesi implicati in questa evoluzione e si sta facendo tutto il necessario per soddisfare le richieste dei paesi e trovare gli accordi necessari per procedere nella costruzione dei siti produttivi e tutto sembra procedere come dovrebbe.

Per quanto riguarda la questione energetica, il costo nell’energia è solo una voce delle tante e non è nemmeno quella dominante. Intel non è preoccupata per il costo energetico, piuttosto considera più importante la fornitura della stessa, poiché quando viene avviato un impianto non è possibile spegnerlo, considerando che la produzione richiede molte settimane di lavoro continuativo. 

Attualmente non ci sono quindi maggiori informazioni più specifiche. Tutto procede.

Qual è lo stato di evoluzione delle schede grafiche discrete ? Avete per le mani quello che speravate?

Gli obiettivi per le schede grafiche discrete erano e sono ovviamente molto alti. Secondo Pat Gelsinger, Intel è approdata in un mercato molto competitivo ed è chiaro che non sono ancora forti come gli altri produttori. La speranza era di poter sviluppare quello che avevano con la grafica integrata, moltiplicando per 5 le prestazioni, ma non è semplice soprattutto perché oggi si ha a che fare con molti videogiochi differenti e con tante peculiarità e tecnologie differenti. Questo è stato lo scoglio iniziale di inizio anno, dopodiché, una volta che si è nel mercato, è possibile concentrarsi per sviluppare le singole caratteristiche e tecnologie e migliorare sotto ogni aspetto.

Intel ora è presente all'interno del mercato con alcuni prodotti ritenuti validi; c’è la certificazione di moltissimi giochi, e anche alcune caratteristiche uniche. Secondo l'azienda basterà qualche anno per diventare molto competitiva. “Crediamo che in qualche anno potremo essere molto competitivi. Dopotutto stiamo parlando del primo prodotto, e come ogni primo prodotto è sicuramente migliorabile con le versioni successive. Insomma, siamo certi che con tutti i futuri sviluppi avremo prodotti sempre più competitivi.”

Abbiamo visto come negli ultimi anni il passaggio a processi produttivi superiori abbia richiesto più tempo e incontrato maggiori difficoltà. Nonostante questo, la roadmap futura è molto aggressiva. Cosa possiamo aspettarci?

Il passaggio tra i 14 e i 10 nanometri ha implicato il cambio di cinque tecnologie produttive differenti, qualcosa che non era mai accaduta prima, considerando che al massimo si interveniva su 2 o 3 punti del processo produttivo. Soprattutto a livello di tecnologia litografica Intel ha dovuto affrontare molti problemi e trovare varie soluzioni. Tutto questo ha richiesto tempo, ma sono state trovate le giuste soluzioni, che possiamo vedere con Alder Lake e Raptor Lake. Per continuare l’evoluzione si segue il modello Tick-Tock dove essenzialmente più team di sviluppo lavorano in parallelo, ognuno concentrato su piccoli step evolutivi che rappresentano un piccolo incremento in termini tecnologici. “Quello che abbiamo sperimentato con il passaggio dai 14 ai 10 nanometri ci ha spinto a investire moltissimo in ricerca e sviluppo e ora abbiamo una lunga lista di idee e processi che possiamo implementare nel cammino. Insomma, siamo molto confidenti nei prossimi sviluppi.”

Un aggiornamento sullo shortage dei chip

Pat ha spiegato che è necessario considerare che la situazione economica di questi mesi ha diminuito la domanda e oggi su molti nodi produttivi non c’è una situazione di shortage. Permangono alcune situazioni di shortage, e probabilmente, considerando la storicità degli eventi, possiamo aspettarci dei cambiamenti (a livello economico) per la fine dell’anno. In ogni caso, Intel ha diminuito la dipendenza a pochissime aree e ciò ha permesso di cambiare l’approccio produttivo, allontanandosi dalla produzione in base alla richiesta, così da fare maggiormente fronte a cambiamenti nella domanda. Le supply chain stanno cambiando per far fronte a quello che è successo, passando da modelli di supply chain mondiali a modelli continentali, dove l’Europa avrà la sua catena di approvvigionamento, così come l’America e l’Asia.

Qual è la posizione di Intel per il mercato delle automobili?

Il mercato delle automobili vede la produzione di poco meno di 100 milioni di nuove automobili ogni anno, un numero che rimane abbastanza stabile, ma quello che cambia è la componente tecnologica delle auto. Le stime dicono che nei prossimi anni circa il 20% di ogni automobile appartenga all’industria dei semiconduttori. Dalle automobile elettriche, alla guida autonoma, all’infotainment, la comunicazione, la tecnologia è ormai ovunque. Intel ha tre differenti approcci per il mercato delle automobili: prima di tutto si pone come fornitore e produttore dei chip che l’industria dell’auto necessita, offrendo una supply chain sicura. Secondo, l'azienda mette a disposizione la propria tecnologia, dato che già dispone di molti elementi che possono aiutare nell’area del controllo e della comunicazione. Terzo, ovviamente abbiamo la nostra divisione Intel MobilEye, che offre le piattaforme di guida autonoma. 

Secondo Pat Gelsinger Intel può competere con la tecnologia di Tesla ed è pronta a metterla a disposizione di tutti i produttori pronti a competere in questo mercato.

PC ad alte prestazioni vs. cloud, c’è ancora spazio per componenti high end o è meglio affidarsi al calcolo distribuito su server tramite internet?

Pat Gelsinger ha già risposto a domande simili, anche se con soggetti differenti. “Sono vent’anni che ci interroghiamo su quale tecnologia o soluzione debba prendere piede e quale essere abbandonata”. Tanti anni fa sembrava che tutto dovesse diventare mobile e che i computer desktop ad alte prestazioni dovessero scomparire. Ogni volta che si affronta un argomento del genere ci si rende poi conto che esiste sempre qualcuno che ha necessità di quella tecnologia e soluzione.

Spostare i servizi sul cloud ha ovviamente senso, ma in questo caso i problemi sono i soliti noti a tutti: latenza e velocità di trasferimento dati. Quest’ultima è soprattutto la determinante da cui non si può scappare e più si va avanti, più larghezza di banda si necessita e il problema non cambia. Se poi aggiungiamo la necessità di avere calcoli in tempo reale (AI, video processing, audio processing), sono chiari i benefici di effettuare i calcoli su un computer fisico.