La crisi di Intel sta attraversando i confini nazionali e raggiungendo anche uno dei suoi stabilimenti più strategici fuori dagli Stati Uniti. L'azienda di Santa Clara ha infatti dato il via questa settimana a una nuova ondata di licenziamenti che coinvolge pesantemente le operazioni israeliane, dove centinaia di dipendenti stanno perdendo il lavoro in quello che rappresenta un cambiamento radicale nella strategia del colosso dei semiconduttori. Dopo anni di protezione dovuti agli accordi con il governo israeliano e agli investimenti locali, anche il sito produttivo di Kiryat Gat, sede del controverso Fab 28, non è più immune dai tagli che stanno ridisegnando l'intero gruppo.
Il sacrificio della Fab 28: quando la strategia cambia direzione
Quello che fino a pochi mesi fa era considerato un asset strategico fondamentale per Intel, ora appare come un peso nella ristrutturazione aziendale. Il Fab 28 di Kiryat Gat, che impiega circa 4.000 dei oltre 9.000 dipendenti israeliani di Intel, sta subendo tagli significativi con 200 lavoratori che hanno già ricevuto le comunicazioni di pre-licenziamento. La struttura, che produce processori e componenti per 5G e intelligenza artificiale utilizzando il processo Intel 7, sta vivendo una fase di profonda incertezza che potrebbe portare addirittura alla chiusura definitiva.
I ruoli più colpiti includono manager di livello intermedio come team leader, supervisori di primo livello e tecnici del Remote Operations Center. Questi ultimi, che gestiscono e monitorano i sistemi produttivi da remoto attraverso computer collegati agli strumenti del fab, stanno vedendo le loro mansioni progressivamente automatizzate come parte di una transizione globale verso la riduzione della supervisione manuale.
L'automazione che sostituisce l'uomo
La scelta di eliminare i tecnici del ROC rappresenta un esempio emblematico di come Intel stia cercando di snellire le operazioni attraverso la tecnologia. Questi professionisti, che approvano processi, monitorano statistiche e rilevano malfunzionamenti tramite sistemi informatici, stanno diventando progressivamente ridondanti grazie all'implementazione di nuove soluzioni automatizzate. La loro eliminazione fa parte di un piano più ampio per appiattire la struttura organizzativa e ridurre la complessità operativa.
Fino ad ora, i licenziamenti in Israele si erano concentrati principalmente sui centri di ricerca e sviluppo di Haifa e Petah Tikva, lasciando relativamente intatto il sito produttivo di Kiryat Gat. Tuttavia, l'importanza strategica dello stabilimento sembra essere cambiata agli occhi del management, che ora lo considera obsoleto rispetto alle esigenze future dell'azienda.
Il paradosso degli investimenti governativi
La situazione diventa ancora più complessa considerando il recente passato di investimenti e promesse. Intel aveva ottenuto una sovvenzione di 3,25 miliardi di dollari dal governo israeliano nel dicembre 2023 per costruire il nuovo Fab 38 adiacente al Fab 28, salvo poi sospendere il progetto a metà del 2024. Questo dietrofront ha creato tensioni con le autorità locali e ha messo in discussione gli impegni a lungo termine dell'azienda nel paese.
Il problema principale del Fab 28 risiede nella sua limitata capacità tecnologica. Pur essendo un impianto sofisticato, non dispone ufficialmente di strumenti di litografia EUV e delle altre attrezzature necessarie per produrre chip con le tecnologie più avanzate come la 18A. Mentre il processo Intel 7 può ancora essere utilizzato per vari prodotti che non richiedono i nodi produttivi più recenti, potrebbe non essere il più efficiente per le applicazioni future.
Un futuro incerto tra automazione e chiusura
Nonostante i tagli al personale e l'integrazione di nuove tecnologie che sostituiscono i lavoratori, è chiaro che l'impianto produttivo continuerà a funzionare nel breve termine. La struttura potrebbe teoricamente essere aggiornata per produrre chip su nodi più avanzati, ma Intel potrebbe non avere liquidità sufficiente per tale upgrade. Il destino del Fab 28 rimane quindi appeso a decisioni strategiche che dipenderanno dall'evoluzione finanziaria complessiva dell'azienda.
Un portavoce di Intel ha confermato la linea aziendale senza entrare nei dettagli: "Come annunciato all'inizio di quest'anno, stiamo prendendo misure per diventare un'azienda più snella, veloce ed efficiente. Eliminare la complessità organizzativa e dare più potere ai nostri ingegneri ci permetterà di servire meglio le esigenze dei nostri clienti e rafforzare la nostra esecuzione". La forza lavoro israeliana di Intel dovrebbe stabilizzarsi intorno agli 8.500 dipendenti una volta completati i licenziamenti, segnando la fine di un'era di espansione continua nel paese mediorientale.