Intel Westmere, svelati i 32 nanometri

Intel parla e mostra Westmere, il primo processore a 32 nanometri. L'azienda, inoltre, investirà 7 miliardi di dollari per il rinnovamento degli impianti statunitensi.

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a cura di Manolo De Agostini

Intel ha annunciato che inizierà la produzione e la vendita di processori a 32 nanometri a partire dal quarto trimestre dell'anno. La piattaforma a 32 nanometri prende il nome in codice di Westmere e comprende due processori Core i7 a 32 nanometri e una nuova famiglia di chipset chiamata Intel Series 5 (P55 e P57). Con il passaggio ai 32 nanometri, Intel farà spazio nel package alla grafica integrata.

I processori Core i7 con architettura Westmere integrerà un core grafico integrato a 45 nm e un controller di memoria, su un die separato posto sullo stesso processore. Secondo Intel, questi saranno i processori che vedremo quest'anno:

Desktop Performance / Mainstream:

Clarkdale: 2 core / 4 thread, con grafica integrata/controller di memoria

Mobile Extreme / Mainstream:

Arrandale: 2 core /4 thread, con grafica integrata/controller di memoria

Intel userà le tecnologie grafiche esistenti, prodotte in un die grafico a 45 nm e non userà alcun nuovo tipo di tecnologia grafica (leggasi Larrabee). Nel corso del 2010 vedremo anche Gulftown, un processore a sei core e 12 thread.

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Prima dei due processori Core i7 a 32 nanometri, Intel presenterà Lynnfield e Clarksfield, rispettivamente per il mercato desktop e mobile. Entrambi saranno realizzati a 45 nanometri e offriranno 4 core e 8 thread. Tutti e quattro i processori funzioneranno con i chipset della serie 5.

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Quando Intel avrà portato la piattaforma Westmere sul mercato, l'azienda penserà alla transizione verso Sandy Bridge, una nuova architettura a 32 nm che rivedrà i concetti espressi con Nehalem. 

Il Ceo e presidente di Intel, Paul Otellini, ha inoltre annunciato che l'azienda investirà 7 miliardi di dollari nei prossimi due anni per impianti produttivi negli Stati Uniti. L'operazione sarà indirizzata alla creazione di soluzioni per la produzione a 32 nanometri. "Investiamo negli Stati Uniti per mantenere Intel e la nostra nazione al vertice dell'innovazione", ha affermato Otellini.

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Gli investimenti di Intel saranno fatti nei siti produttivi già esistenti in Oregon, Arizona e New Mexico e andranno a favore dei 7000 lavoratori altamente specializzati di questi impianti.

Questa mossa arriva dopo il licenziamento di 5000 persone e la chiusura di due impianti annunciata sul finire del mese scorso. Intel si pone a capostipite di una possibile fuga delle aziende americane dal resto del mondo, per un ritorno in patria.

La mossa sarà sicuramente vista di buon occhio dall'amministrazione Obama, che sta cercando di risollevare l'economia americana caldeggiando anche qualche forza protezionistica, seppure ridotta.