Internet, un notebook, il mondo. A chi serve l'ufficio?

C'è chi potrebbe viaggiare spesso, anche costantemente, senza smettere di lavorare. La startup Roam promette di renderlo possibile con un singolo affitto per tante città del mondo, fornendo luoghi già abitati da persone che hanno fatto la stessa scelta.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Un solo affitto e tante stanze in diverse città del mondo. È la nuova versione di "una fidanzata in ogni porto", e invece che di marinai si parla di moderni lavoratori, quelli che possono svolgere il proprio compito senza essere fisicamente in ufficio. Basta una connessione a Internet e il fidato notebook – probabilmente un modello che possa sopportare viaggi frequenti.

L'idea è alla base della nuova startup Roam, che propone appunto di pagare un affitto come per un qualsiasi appartamento, ma con la possibilità di spostarsi quando lo si desidera – o quando è necessario. Sempre una stanza in condivisione con altri, come si addice a un professionista moderno, giovane e alla moda. Riducendo però l'inevitabile stress che comporta un trasloco.

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"Se vai da un posto all'altro", spiega il fondatore di Roam Bruno Haid, "ci vogliono sempre un paio di settimane prima di sentirsi a casa. Vogliamo assicurarci che ci voglia molto poco. Puoi letteralmente presentarti a Bali e vivere con persone che sono già lì da tempo; quindi avrete tutto il necessario per muovervi nella comunità locale, sapere dov'è cosa e con chi si può entrare in contatto".

Si può affittare per una settimana a 500 dollari, un mese a 1.800 dollari oppure per periodi più lunghi.  In ogni struttura ci saranno dozzine di persone, con stanze individuali o di coppia e spazi condivisi, come la cucina, i bagni o aree adibite a ufficio.  

La filosofia dietro a questa iniziativa si riassume nel neologismo coliving, vale a dire "vivere insieme". Persone diverse che condividono lo spazio vitale, per ridurre i costi ma anche per creare qualcosa di nuovo, che nasca dalla sinergia di persone diverse tra loro, tutte lontane da casa. Difficile da spiegare a chi non ha vissuto un'esperienza simile.

"Non è solo per il giovane freelance", continua Haid, "è anche per una copia di trentenni che sta per avere figli e vuole ridurre il ritmo per un anno o due. O chi ha già i figli all'università e vuole viaggiare per due o tre anni". Haid crede che ci siano circa 1,2 milioni di persone con il reddito necessario e un lavoro che permetta di fare una vita del genere. E che lo vorrebbero, ma rinunciano di fronte alle difficoltà "tradizionali".

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Al momento Roam è presente a Madrid, Miami e Ubud (Bali), ma si punta a raggiungere un totale di 8-10 città per il 2017. Roam ha già raccolto finanziamenti per 3,4 milioni di dollari.

Potrebbe sembrare un'idea folle, ma è vero che ci sono tanti professionisti al mondo che potrebbero svolgere il proprio lavoro a Parigi tanto quanto a San Paolo o altrove. E tanti amerebbero potersi spostare spesso e magari fare il giro del mondo senza smettere di lavorare. Di sicuro Roam ha le immagini giuste per farci venire voglia di partire subito.