Itanium non ha futuro, parola di Unisys

Unisys pronostica una vita breve per il progetto Itanium. Intel e HP, tuttavia, credono ancora in un prodotto figlio di molteplici ritardi.

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a cura di Manolo De Agostini

Unisys, produttore di server, pronostica la morte del chip Intel Itanium. Il processore, dotato di architettura IA-64, ha accumulato troppi ritardi (l'ultimo, di alcuni mesi, annunciato proprio questo mese) e non sarebbe più così competitivo nei confronti degli Xeon.

"Le prestazioni dei server Unisys, che usano gli ultimi processori Intel Xeon a 6 core, mostrano la crescente superiorità dei sistemi Xeon per applicazioni mission-critical rispetto a quelli basati su processori Itanium", ha affermato Colin Lacey, vicepresidente della divisione Systems e Storage di Unisys. L'azienda, con i suoi server enterprise ES7000 Model 7600R, dotati di Xeon a 6 core, ha raggiunto il record nel test sul rapporto prezzo/prestazione del benchmark Transaction Processing Performance Council's (TPC) TPC-H.

"Possiamo fornire prestazioni simili e una riduzione dei costi significativi migrando verso l'architettura Xeon. Quello che si può fare con Itanium, si può farlo anche con Xeon".

Intel, però, credo che entrambi i processori offrano vantaggi differenti. "Le piattaforme offrono vantaggi unici per differenti necessità e applicazioni. È bello vedere che Unisys sia così aggressiva sulla forza degli Xeon nel rapporto prezzo/prestazione. Itanium offre una grande scalabilità e affidabilità, che si adatto meglio per alcuni dei più importanti carichi di lavoro mission critical", ha affermato Patrick Ward, portavoce di Intel.

Intel e HP, l'altra azienda che sviluppa congiuntamente l'architettura, credono che ci sia spazio per l'architettura Itanium, ritenuta "davvero importante, in grado di inserirsi in un segmento da 28 miliardi di dollari". Se Tukwila, il primo Itanium quad-core a 65 nanometri non tarderà ulteriormente, Intel e HP potrebbero riportare fiducia verso il progetto Itanium. In caso contrario, Unisys avrebbe azzeccato la sua funesta previsione.