Kodak si lancia nelle criptovalute, bolla o progetto?

Una nuova criptovaluta, la cui blockchain servirà a gestire smart contracts in grado di tutelare il diritto di autore in ambito fotografico. Il nuovo progetto di Kodak è ben presentato, ma resta il dubbio che si tratti di una semplice operazione di facciata per capitalizzare la moda del momento.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

A meno che non abbiate vissuto in una caverna negli ultimi due anni, avrete almeno sentito parlare delle criptovalute. Nel corso del 2017 Bitcoin e termini simili sono stati tra i più cercati su Google, e moltissime persone in tutto il mondo hanno manifestato curiosità a riguardo.

C'è chi ha investito del denaro, e chi ha pensato bene di inventarsi qualcosa per guadagnarci. Sta succedendo qualcosa di simile a quanto accadeva all'inizio del secolo, quando bastava mettere ".com" in fondo a un nome per far schizzare alle stelle il valore di un'azienda. Questo è più o meno quanto ha commentato ai microfoni della BBC Garrick Hileman (Università di Cambridge).

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Kodak Theatre: immagine photoquest7 / Depositphotos

L'ultima a provare questo giochetto è Kodak. Lo storico marchio fotografico naviga in acque difficili ormai da anni, da quando cioè la fotografia digitale ha pensionato definitivamente i rullini. Lavorano ancora abbastanza bene in ambito professionale e con l'industria cinematografica, ma serve una rinfrescata.

E così hanno pensato bene di inventarsi una nuova criptovaluta. Si chiamerà KODAKCoin e sarà disponibile tramite ICO dalla fine di gennaio 2018, su kodakcoin.com. Dovrebbe servire, stando all'annuncio ufficiale, per facilitare la compravendita di immagini professionali e la tutela del Diritto D'Autore.

Tramite la piattaforma KODAKOne, infatti, l'azienda vuole sfruttare gli smart contracts per garantire ai fotografi un sistema economico che tuteli il loro lavoro. Potranno vendere le immagini in KODAKCoin, e assicurarsi che le immagini non saranno usate per scopi diversi da quelli concordati.

"Per molti blockchain e criptovalute sono le parole del momento, ma per i fotografi che cercano da tempo il modo di controllare il proprio lavoro e il modo in cui viene usato, queste parole sono la chiave per risolvere quello che finora è sembrato un problema irrisolvibile", ha commentato l'AD Kodak Jeff Clarke.

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Nel piano dell'azienda ci sono anche macchine per il mining di criptovalute (Kodak KashMiner), da installare presso la sede di New York, dove l'azienda ha un surplus energetico disponibile. Sarà anche possibile affittare i KashMiner e guadagnarci qualcosa, ma non è chiaro se e quanto sarà vantaggioso. Al valore attuale di Bitcoin si potrebbero ottenere 500 dollari al mese con un investimento di 4mila dollari per il primo anno, ma è ipotetico perché il prezzo di BTC non è stabile e soprattutto per il momento non c'è disponibilità di KashMiner.

Ma ha senso questa operazione? Ne ha almeno uno, quello di far parlare di Kodak e di racimolare un po' di quattrini in poco tempo. Kodak non è la prima che aggiunge blockchain al proprio vocabolario, e in genere il risultato è un guadagno immediato a prescindere dalla bontà del progetto. Con questa ICO, probabilmente, raccoglieranno una bella sommetta.

Il risultato è stato immediato: le azioni Kodak hanno visto il primo rialzo concreto dopo anni. Una crescita contenuta per ora (10 gennaio), ma l'apertura della della ICO potrebbe avere un effetto molto più dirompente. Tra l'altro qualcuno ha già avuto accesso ai token: pare che la canadese Global Blockchain Technologies Corp abbia già investito due milioni di dollari

E dopo che succederà? I fotografi del mondo abbracceranno questo progetto, facendo diventare KODAKCoin una criptovaluta concreta, una di quelle con un progetto credibile alle spalle? Oppure sarà solo l'ennesimo asset finanziario, che finirà per spegnersi dopo aver permesso a qualcuno di specularci un po'?

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Personalmente credo che KODAKCoin non si tramuterà in un bel niente, e che a lungo termine servirà solo ad alimentare quella parte del fenomeno blockchain che possiamo etichettare come bolla. Ma chi lo sa? Il progetto potrebbe anche prendere piede e funzionare come si augura Kodak - dopotutto è vero che girano moltissime immagini sul Web, e che nella maggior parte dei casi i proprietari non ci guadagnano un centesimo. Il problema descritto da Kodak esiste, e magari questa sarà davvero la soluzione. Se credete che sia così, allora forse vorrete investire qualcosa nella ICO di KODAKCoin.