La Cina abbraccia Linux

La lotta alla pirateria del Governo cinese sta alimentando il successo dell'open source.

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a cura di Dario D'Elia

La Cina ha deciso di sposare la causa Linux. Secondo CCID Consulting la scelta del Governo di Pechino di fronteggiare il fenomeno della pirateria avrebbe aperto più di uno spiraglio all'open source. L'Amministrazione nazionale per la Difesa del Copyright, infatti, ha iniziato a perseguire le imprese e le Pubbliche Amministrazioni che fanno uso di software pirata. L'unica soluzione a questo punto è stata quella di individuare prodotti più economici… quindi open source.

Negli ultimi mesi si è concretizzata così un'inversione di tendenza. Perché se è vero che tra il 2003 e il 2006 il mercato Linux è praticamente raddoppiato, lo share delle soluzioni desktop è passato nello stesso periodo dal 16% al 12%.

Il rinnovato successo di Linux, inoltre, si deve anche al Governo centrale, responsabile di più del 25% degli acquisti dei prodotti desktop. Zhen Zhongyuan, vice presidente di Red Flag Linux, però è convinto che sul fronte dell'usabilità vi sia ancora molta strada da fare. Secondo l'ultimo report di CCW Research, il "tasso di disinstallazione" è ancora molto alto. Pare infatti che il 31,9% degli utenti cinesi che acquistano un pc nuovo con OS Linux, a breve procedano alla sua sostituzione - ritornando nelle braccia di Microsoft.

Inoltre - non da meno - bisogna ricordare che i costi di gestione Linux sono ormai di poco superiori a quelli Microsoft soprattutto a causa della nuova politica tariffaria attuata localmente dagli strateghi commerciali di Redmond.