La lignina potrebbe essere utilizzata per i transistor del futuro

La lignina, sostanza solitamente considerata come un rifiuto, potrebbe presto diventare una risorsa importante nell'elettronica.

Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Editor

La lignina, una sostanza solitamente considerata come un rifiuto nell'industria cartaria, potrebbe presto diventare una risorsa importante nell'elettronica. Uno studio internazionale guidato dal Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, e recentemente pubblicato sulla rivista scientifica “Advanced Sustainable Systems”, ha dimostrato che la lignina può essere utilizzata nella produzione di transistor leggeri, flessibili e trasportabili, come quelli utilizzati nei nostri dispositivi mobili.

Questa nuova tecnologia di transistor sarebbe ecologica, economica e sostenibile, poiché eviterebbe lo spreco delle 80 milioni di tonnellate di lignina prodotte ogni anno, attualmente bruciate con scarso rendimento. La ricerca è la prima che dimostra l'utilizzo della lignina come materiale attivo in un transistor, senza la necessità di modificare i processi produttivi attuali. I ricercatori stanno ora lavorando per sviluppare processi di estrazione che permettano di ottenere lignina di qualità superiore, rendendo anche i processi di produzione di cellulosa più sostenibili dal punto di vista ambientale.

La professoressa Alessandra Operamolla dell’Università di Pisa, responsabile del progetto, ha affermato:

L’uso della lignina permette non solo di abbattere i costi di produzione, ma anche di ottenere dispositivi più sostenibili e meno impattanti per l’ambiente. Al momento, però, non ci sono reali usi di massa per questo polimero anche se il mondo della ricerca sta cercando di valorizzarla come fonte di materie prime. Fino ad oggi, però, i ricercatori si sono concentrati principalmente su un suo possibile utilizzo nella produzione di sostanze chimiche, di resine e di altri materiali potenzialmente utili per sostituire le plastiche derivanti dal petrolio. Il suo impiego nella produzione di transistor potrebbe essere, invece, la prima soluzione concreta ad uno spreco di risorse non più accettabile.

Fanno parte del gruppo di ricerca: la dottoressa Rosarita D’Orsi e le professoresse Jeannette J. Lucejko e Alessandra Operamolla del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa; Cristian Vlad Irimia, Bilge Kahraman, i dottori Yasin Kanbur, Cigdem Yumusak e Mateusz Bednorz e il professor Mihai Irimia-Vladu dalla Johannes Kepler Universität (Austria) e il Prof. Francesco Babudri del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Bari.