La rete fibra è cosa seria, ha bisogno di regole

Il Comitato NGN Italia ha aperto i lavori: gli operatori chiedono uno sviluppo regolamentato

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a cura di Dario D'Elia

Il Comitato italiano per la NGN (rete di nuova generazione) ieri ha avviato finalmente i lavori. Gli operatori di telecomunicazioni partecipanti, su richiesta dell'Autorità TLC, dovranno elaborare un piano di sviluppo per la transizione alle reti NGN.

"Il Presidente Calabrò (Agcom) ha recentemente evidenziato che esiste una sola tecnologia che ci potrà consentire di sovvenire adeguatamente alle esigenze attuali e di assecondare le richieste in crescita negli anni a venire con un intervento valido per i prossimi 50 anni: la fibra ottica, cosiddetta FTTH (fiber to the home)", ha dichiarato Gerardo Paloschi, Amministratore Unico del provider cremonese Aemcom. "Proprio in questo periodo di crisi, la Commissione europea e gran parte dei Paesi del G8 hanno ritenuto prioritario investire nelle tecnologie delle telecomunicazioni perché sono quelle che produrranno i maggiori effetti sulla crescita del prodotto interno lordo dei Paesi avanzati".

In linea con questo indirizzo, secondo Paloschi, "la regolamentazione potrebbe prevedere un unico operatore per ciascuna entità territoriale grande o piccola che sia e l'obbligo a fornire ai propri concorrenti servizi di accesso FTTH a condizioni cost plus". Insomma, andrebbero "stabilite regole anche per garantire una effettiva interoperabilità dei servizi, tempi e regole di migrazione dal rame alla fibra (evitando così che gli investimenti in fibra restino a lungo inutilizzati)".

Senza contare l'impegno per "scongiurare il rischio di digital divide economico FTTH a favore del servizio universale".

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