La stampa 3D delle armi ha ora il permesso di Obama

Una società specializzata nella progettazione di armi da stampare in 3D ha ottenuto la licenza da Washington che l'autorizza a produrre e vendere armi. Una svolta nel mondo della tecnologia, che porterà con sé preoccupazioni e dibattito.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Defense Distributed ha ottenuto una licenza per produrre armi da fuoco dalle autorità statunitensi. Si segna così una nuova pietra miliare nella tecnologia della stampa 3D e nella sua penetrazione nella società. L'annuncio è stato dato dall'amministratore delegato dell'azienda stessa, Cody Wilson, tramite la pagina Facebook ufficiale.

Poco nota in Italia e in generale fuori dagli Stati Uniti, Defense Distributed è nota per la creazione del progetto "Wiki Weapon": mette a disposizione sul proprio sito progetti di armi da fuoco, o parti delle stesse, da stamparsi poi a casa.

La licenza di Defense Distributed

La licenza appena ottenuta rende l'azienda un produttore e un venditore di armi negli Stati Uniti, e quindi del tutto legali le sue operazioni - mentre finora c'era una certa ambiguità legale a riguardo: poteva distribuire i progetti (hanno a listino un'arma semiautomatica e un caricatore), ma non il prodotto finito.

Resta, nel nostro sguardo, una certa tensione: da una parte possiamo celebrare l'evoluzione di una tecnologia appassionante e avvincente, dall'altra - con lo sguardo europeo - si rimane sempre un po' sbigottiti nel vedere com'è gestita la circolazione di armi negli USA.

Gli aspetti politici e culturali meritano senz'altro una discussione e un approfondimento in separata sede, ma questa notizia ci dice di nuovo che l'argomento delle armi da fuoco non è l'unico tratto culturale che ci separa dagli Stati Uniti.

Questa news infatti mette ancora una volta in rilievo cosa può succedere quando un governo è capace di decidere in fretta, di accogliere le innovazioni tecnologiche nel momento giusto: per quanto la stampa 3D sia diventata un fenomeno di massa solo da pochissimi anni, il governo Obama ha già chiarito di vederla come un potente volano economico per il futuro, e questa licenza non ne è che la prima testimonianza.

A onor del vero, anche nelle nostre stanze del potere c'è una certa aria di freschezza hi-tech, basta pensare alle bocche aperte e ai sospiri suscitati dalla comparsa di una nuova rete Wi-Fi a Montecitorio; è il presagio di moderne meraviglie, il primo vagito di un nuovo governo digitale, la culla di una società che si saprà arricchire con i bit? Ci si può credere, e domani qualcuno si accorgerà che la stampa 3D potrebbe aiutare qualcuno a fare nuove imprese. Forse, magari, chissà.