La stampa 3D si fa largo nelle scuole italiane

Samsung porta le stampanti 3D nelle scuole italiane: al via un progetto sperimentale europeo in collaborazione con Energy Group e CREMIT.

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a cura di Manolo De Agostini

Samsung ha avviato un progetto sperimentale che vede l'introduzione delle stampanti 3D Makerbot di Energy Group in 3 scuole italiane: l'Istituto Scolastico Maria Immacolata di Gorgonzola (Milano), l'Istituto Comprensivo Mazzini di Modugno (Bari) e la Direzione Didattica di Fucecchio (Firenze).

Gli studenti, sotto la guida dei docenti del CREMIT dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, potranno così integrare l'utilizzo dei dispositivi Samsung (e-board e tablet), già presenti in aula, alla tecnologia di stampa 3D, acquisendo maggiori competenze digitali.

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Foto dell'inaugurazione - clicca per ingrandire

Il progetto, di livello europeo, vede coinvolte oltre alle tre scuole del nostro Paese altre classi in Germania, Spagna, Regno Unito e Svezia. "Consentirà agli studenti di avvicinarsi al mondo delle nuove tecnologie e del digitale, promuovendo nei più giovani il pensiero creativo e un'attitudine al problem-solving fondamentali nello studio, così come nel lavoro e nella vita", spiega Samsung.

Dopo una prima fase di apprendimento, seguirà una fase di progettazione durante la quale i ragazzi saranno accompagnati in un lavoro di design alla realizzazione di un vero e proprio prototipo attraverso Makerbot, stampante 3D tra le più conosciute al mondo.

"Ci auguriamo che questo sia solo l'inizio e che la sperimentazione possa essere estesa ad altre scuole in tutta Italia", ha affermato Mario Levratto, Head of Marketing and External Relations di Samsung Electronics Italia.

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Stampante 3D Makerbot - clicca per ingrandire

"È un progetto importante perché per la prima volta in Italia si porta la tecnologia di stampa 3D all'interno di una scuola primaria", ha sottolineato Lucio Ferranti, Presidente di Energy Group srl. "Oggi siamo nell'era di quella che viene chiamata Industria 4.0, l'industria connessa, le attività manifatturiere che interagiscono attivamente tra loro o con chi le controlla. Verrà insegnato ai ragazzi un modo diverso, interattivo, coinvolgente, di utilizzare la manifattura. Oggi qui si comincerà a fare manifattura digitale".

"Il progetto è interessante - osserva Pier Cesare Rivoltella, Direttore CREMIT - perché dovrebbe consentire di sottrarre la stampante 3D agli usi scarsamente didattici che spesso si finisce per farne in scuola. In particolare l'ipotesi di ricerca che vorremmo sviluppare prevede di verificare le possibilità inclusive della stampante (ad esempio a supporto di bambini ipovedenti o non vedenti) e la sua integrazione nella didattica di tutti i giorni. Cosa vuol dire, ad esempio, disporre di una stampante 3D in una classe che già abbia fatto proprie tecniche di didattica laboratoriale? Cosa aggiunge la stampa 3D all'apprendimento della matematica o della geometria? Quando si lavora per Episodi di Apprendimento Situato, è importante che gli studenti possano vedere e toccare il prodotto delle loro attività? Sono solo alcune delle domande cui proveremo a dare risposta mettendo in campo i nostri ricercatori che da più tempo lavorano sul rapporto tra l'informatica e la didattica".

Questa partnership rientra nel progetto più ampio Samsung Smart Future iniziato nel 2013 attraverso la costituzione di un Advisory Board formato da esperti in ambito scuola e la realizzazione, insieme al CREMIT dell'Università Cattolica di Milano, di un Osservatorio sui Media e i Contenuti Digitali nella Scuola, che ha coinvolto numerose scuole italiane del primo ciclo di istruzione in un processo di innovazione didattica, dotandole di tecnologie all'avanguardia quali E-boards e tablet e di formazione indirizzata a studenti, insegnanti e genitori. Ad oggi all'interno del progetto Smart Future sono state dotate di tecnologia oltre 100 classi su tutto il territorio nazionale grazie soprattutto a una collaborazione con il MIUR che ha portato alla sigla di un Protocollo di Intesa.

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