L'antenna per smartphone che migliora segnale e autonomia

Ricercatori finlandesi dell'Università di Aalto hanno progettato una nuova antenna che migliora la ricezione, occupa meno spazio e consuma meno batteria. La soluzione è, apparentemente, semplice: anziché utilizzare tante diverse antenne se ne usa una sola, in grado di riconfigurarsi all'occorrenza.

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a cura di Alessandro Crea

Una nuova antenna per smartphone promette di riuscire a migliorare la qualità del segnale e soprattutto al contempo diminuire i consumi, aumentando l'autonomia dello smartphone. La rivoluzionaria antenna è il frutto delle ricerche di un team dell'Università di Aalto, in Finlandia.

L'idea in realtà è semplice, come tutte le intuizioni geniali. Attualmente infatti negli smartphone si impiegano diverse antenne "specializzate", una per i segnali Wi-Fi e Bluetooth, una per quelli GPS e una per la rete telefonica. Questo però porta a consumi elevati, spazi ridotti e possibili interferenze.

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Il team di ricerca ha invece pensato di realizzare una sola antenna con componenti più piccole, capace di riconfigurarsi a seconda delle necessità. In questo modo ad esempio, quando usciamo di casa o ci allontaniamo da un posto in cui è presente una connessione Wi-Fi, l'antenna si riconfigurerà per captare invece il segnale GPS.

"In questo modo, molti moduli per smartphone come GPS, Bluetooth e Wi-Fi non avranno più bisogno di antenne proprie", ha spiegato il dottorando Jari-Matti Hannula, membro del team di ricerca. "Invece, tutti i trasferimenti dati dello smartphone potranno avvenire attraverso un'antenna controllata digitalmente. Questo a sua volta consentirà di semplificare il design del dispositivo e l'utilizzo di schermi più grandi in rapporto alle dimensioni complessive dello smartphone, perché occuperà meno spazio", ha aggiunto Hannula.

Purtroppo però, come spesso accade, trasformare un progetto di ricerca in un prodotto adatto alla produzione di massa può richiedere anni. Al momento l'Università di Aalto sta collaborando con Huawei per uno studio di fattibilità, ma siamo ancora al concept, per cui bene che vada questo tipo di soluzione non arriverà negli smartphone prima di un paio d'anni.‎