Le CPU Intel non gronderanno più sangue

Intel ha comunicato di avere sospeso le forniture di minerali provenienti dalle zone di guerra. Oro, tanlio, stagno e tungsteno non saranno più prelevati di siti, soprattutto in Congo, in cui non sono rispettati i diritti umani dei lavoratori.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Intel si impegna ad abbandonare l'uso di minerali provenienti da zone di guerra: non verranno più impiegati i cosiddetti minerali di conflitto per le forniture di oro, tantalio, stagno e tungsteno destinati alla produzione di processori ed estratti in condizioni di abuso dei diritti umani. I giacimenti sotto accusa sono per lo più localizzati nelle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo, nell'Africa centrale.

Le miniere africane

Intel anticipa quindi una normativa che entrerà in vigore il prossimo anno e che obbligherà le aziende elettroniche statunitensi a rivelare e tracciare i siti di estrazione dei minerali di guerra. A fine 2011 Intel aveva visitato 98 siti in 16 Paesi e individuato quelli da lasciare in disparte. Il Congo, in particolare, è uno dei primi produttori mondiali di stagno e ospita anche giacimenti di tantalite, tungsteno e oro. Il problema è che il governo non riesce a separare i gruppi armati dagli addetti all'estrazione e quindi si verificano situazioni poco tollerabili dal punto di vista umano.

Nel documento Corporate Responsibility Report del 2011 si legge inoltre che Intel consolida inoltre il suo percorso di innovazione e responsabilità ambientale, che passa per un potenziamento dell'uso di energie rinnovabili, lo sviluppo di sistemi più efficienti dal punto di vista energetico e il ricorso alla bioedilizia. Il tutto è finalizzato alla riduzione delle emissioni dirette di gas serra del 10 percento entro il 2020.

Il proseguo dell'impegno prevede, fra il 2012 e il 2015, l'ottenimento di un risparmio energetico pari a 1,4 miliardi di kWh e l'innalzamento degli obiettivi di risparmio energetico per il 2016-2020, che saranno inclusi già nella relazione del prossimo anno.

Intel investe anche sul risparmio energetico

L'efficienza energetica dei computer portatili e dei prodotti destinati ai data center dovrebbe essere migliorata di 25 volte entro il 2020, rispetto ai livelli raggiunti nel 2010. La stessa scadenza è prevista per la riduzione sostanziale dell'impiego di acqua per il raffreddamento delle strutture: una strada già battuta da Google, che ha dato il buon esempio con un data center in Georgia.

Non ultimo, sempre entro il 2020 l'azienda di Santa Clara intende bloccare del tutto lo smaltimento di rifiuti chimici nelle discariche. Michael Jacobson di Intel ha spiegato che "la responsabilità aziendale è una parte cruciale per la crescita complessiva del business e [...] permette a Intel di avere un impatto maggiore e più influente sulle industrie, sulle comunità e sull'economia globale". 

Ai propositi appena descritti si uniscono anche i risultati pratici già ottenuti nella gestione della catena di fornitura, che sono valsi all'azienda l'inserimento nelle 25 aziende premiate da Gartner. Nel 2011 Intel si è classificata al 16mo posto, con un netto miglioramento rispetto alla 18ma posizione del 2010 e alla 26ma che ricopriva nel 2009.