LibreOffice nella PA italiana, perché sì

Intervista a Italo Vignoli, uno dei responsabili di The Document Foundation, in merito ai progressi e alla diffusione della suite libera per la produttività LibreOffice.

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a cura di Manolo De Agostini

LibreOffice nella PA italiana, perché sì

TH: Dite che "Migrare a LibreOffice: si può fare, si deve fare". Ci puoi fare alcuni esempi di aziende/enti pubblici che hanno adottato LibreOffice in Italia? Quali sono i vantaggi che hanno incontrato nell'usare LibreOffice e che tipo di supporto ricevono in caso di problemi?

IV: Regione Umbria, Provincia di Cremona, Provincia di Macerata, Consorzio dei Comuni, ASL e scuole di lingua italiana della Provincia Autonoma di Bolzano, e altri che non vogliono comparire, oltre a una pletora di comuni di ogni dimensione e posizione geografica. Inoltre, ci sono anche delle aziende che sono migrate, ma anche in questo caso preferiscono mantenere l'anonimato. Direi che è comunque opportuno citare anche tre casi di migrazioni a livello internazionale per le loro dimensioni e le loro caratteristiche: il Governo Francese, con 500.000 utenti (il Ministero delle Finanze, da solo, ne ha 250.000), la regione autonoma di Valencia in Spagna con 120.000 utenti, e la città di Monaco di Baviera con 15.000 utenti.

La migrazione a LibreOffice offre diversi vantaggi, a partire dalla riduzione dei costi per arrivare alla libertà dell'utente - inteso anche come organizzazione - dalle limitazioni imposte dal software proprietario (che vengono normalmente espresse con la definizione di "lock in"). La licenza del software libero, e in particolare la licenza copyleft, privilegia i diritti dell'utente, mentre la licenza del software proprietario protegge la software house e limita i diritti dell'utente.

Il software libero non ha costi di licenza e quindi non ha costi di aggiornamento, per cui gli utenti possono usare la versione più recente e più sicura. Tutte le spese, che sono facoltative, anche se consigliate nel caso delle installazioni nelle aziende, riguardano la formazione e il supporto, per cui aggiungono valore. Ma non solo, le cifre che vengono investite - al contrario di quello che succede per l'acquisto delle licenze (che nel caso di Microsoft Office, per esempio, finiscono prima in Irlanda e poi negli Stati Uniti) - rimangono a livello locale, e sostengono lo sviluppo di software house locali. Il supporto viene erogato in più modi, a partire dalle mailing list e dai forum (che sono completamente gratuiti) per arrivare a offerte professionali e certificate su più livelli, da quello base a quello più avanzato, che comprende anche il bug fixing (la soluzione dei malfunzionamenti).

TH: Perché "aperto" e "libero", due caratteristiche di LibreOffice, dovrebbero convincerci a pensionare Microsoft Office?

IV: Prima di tutto, il fatto che sia possibile associare a LibreOffice due concetti positivi come "aperto" e "libero" - cosa che non è assolutamente possibile fare con Microsoft Office - dovrebbe far meditare tutti gli utenti di suite per ufficio. Perché continuano a utilizzare un software "chiuso" e "proprietario" (ovvero, di proprietà di Microsoft, visto che non può essere acquistato ma solo usato su licenza?). LibreOffice è frutto dell'intelligenza collettiva della comunità, all'interno della quale ci sono professionisti pagati dalle aziende e volontari, che collaborano allo sviluppo del software portando ciascuno il proprio contributo, in quanto il codice sorgente è liberamente disponibile e le discussioni su come migliorarlo - o anche modificarlo - avvengono in pubblico.

LibreOffice non funziona come vorreste? Potete risolvere il problema voi stessi, oppure pagare qualcuno che lo risolva. È quello che fanno sia il governo francese che la città di Monaco di Baviera, che in questo modo hanno il software migliore per le loro esigenze (con un investimento significativamente inferiore rispetto al solo acquisto delle licenze di Microsoft Office). Parliamo, ovviamente, di due realtà estremamente complesse, con esigenze particolarmente sofisticate.

Un'altra possibilità è rappresentata dallo sviluppo delle estensioni. La Regione Umbria, per esempio, ha sviluppato quella per la firma digitale italiana, che poi ha messo a disposizione di tutta la comunità. Le estensioni disponibili sono circa 200 e aumentano continuamente, e vanno dai dizionari - anche specializzati - a utility che aggiungono funzionalità o automatizzano operazioni lunghe o ripetitive. Tutte queste opportunità non sono alla portata del software proprietario, e in modo particolare di Microsoft Office. Ecco perché "aperto" e "libero", in buona sintesi, alla fine significano "migliore".