Copie economiche e funzionanti della prima pistola 3D. Così si concretizza l'incubo che il governo Obama aveva provato a evitare (Obama blocca la pistola stampata in 3D ma è troppo tardi). I progetti della Liberator infatti circolano liberamente, e qualcuno è riuscito a modificarli per creare la Lulz Liberator, una versione super economica.
Si tratta di un ingegnere noto solo come "Joe", che ha rivisto i progetti per realizzarli su una Lulzbot A0-101, stampante 3D che costa 1.725 dollari. Defense Distributed (Liberator, la prima pistola stampata in 3D funziona) aveva invece speso circa 8000 dollari per una stampante usata.
La Lulz Liberator è quindi un'ultra low-cost che ha sparato 8 colpi prima di imporre la sostituzione della canna. Meno elegante dell'originale, resta una pistola che però funziona anche meglio: la Liberator infatti spara uno solo colpo per ogni canna. A parte la stampante, per la Lulz Liberator ci sono voluti 25 dollari di plastica e 48 ore di tempo per la stampa. Contiene più elementi di metallo rispetto alla prima Liberator, e similmente anche dell'acciaio aggiuntivo per essere rilevabile al metal detector.
La Lulz Liberator ha poi qualche difetto in più: è meno precisa, ha perso alcune viti mentre sparava, e le cartucce vuote vanno estratte con un martello. Ma per gli autori resta un successo più che soddisfacente.
E così Cody Wilson, fondatore di Defense Distributed e creatore della Liberator, può dire che il suo sogno si è compiuto. Ha dimostrato che ovunque ci sia un computer ci può essere un'arma, e che i governi non possono controllare gli oggetti digitali. Un bel simbolo di libertà, del quale però molti avrebbero volentieri fatto a meno.