Memoria Flash più avanzata grazie a silicio e grafene

I processi produttivi sempre più avanzati e il silicio iniziano a non andare d'accordo. Un team di ricercatori della UCLA e di Samsung sfrutta il grafene per realizzare memoria Flash a prova di futuro.

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a cura di Manolo De Agostini

Un team composto da ricercatori dell'Università della California (UCLA) e della sudcoreana Samsung hanno creato un nuovo tipo di memoria Flash che usa il grafene insieme al silicio per immagazzinare informazioni. 

Il grafene  - uno strato di atomi di carbonio altamente legati e disposti in ordine esagonale - gioca un ruolo molto importante. Di pari passo alla continua miniaturizzazione delle celle, infatti, il silicio diventa più instabile e questo crea una serie di problemi nella creazione di prodotti ad alta densità con processi produttivi sempre più ridotti.

Il team di ricercatori ha dimostrato che è possibile continuare il processo di miniaturizzazione (shrinking) della memoria Flash. "Non rimpiazziamo totalmente il silicio ma usiamo il grafene come strato di archiviazione", ha dichiarato Augustin Hong, che ha partecipato al progetto e ora lavora all'IBM Watson Research Center. "Abbiamo usato il grafene per estendere le capacità della tecnologia tradizionale". I prototipi realizzati possono essere letti e scritti usando meno energia rispetto alla memoria Flash tradizionale e archiviare dati in modo stabile nel corso del tempo - lo standard è 10 anni.

Grafene

L'aspetto più importante è che le celle di memoria al grafene non interferiscono elettricamente l'una con l'altra - un problema che con la miniaturizzazione sta diventando sempre più evidente nelle tradizionali celle Flash al silicio. Combinare silicio e grafene, quindi, potrebbe essere non solo un'ottima soluzione, ma anche quella più semplice e pratica a breve termine.

Secondo le simulazioni effettuate, le celle al grafene possono scalare fino a 10 nanometri, mentre le soluzioni convenzionali potrebbero dare problemi al di sotto dei 22 nm. In questo momento le celle al grafene che sono state realizzate hanno dimensioni abbastanza generose (nell'ordine dei 10 micrometri), ma i ricercatori stanno lavorando per realizzarne di più piccole. I ricercatori della UCLA non solo hanno collaborato con Samsung, ma stanno parlando con Micron per capire se e quando è possibile passare alla commercializzazione.

Ovviamente immettere il grafene in una catena produttiva consolidata e che richiede alti volumi non è cosa semplice. Bisogna prendere gli accorgimenti del caso, poiché in caso di problemi si rischia di buttare via tutto: d'altronde stiamo sempre parlando di lavorare in scala atomica.