Meta multata per 405 milioni di euro dall'Unione Europea

Meta ha ricevuto dall'Unione Europea una delle multe più salate di sempre per le impostazioni inerenti alla privacy di Instagram.

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a cura di Antonello Buzzi

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La privacy è indubbiamente uno dai maggiori terreni di scontro tra le aziende che producono applicazioni social e le istituzioni. Recentemente, Meta, azienda che controlla Facebook, Messenger, WhatsApp e Oculus, è stata multata dall'Unione Europea per 405 milioni di euro per aver violato il General Data Protection Regulation (GDPR) e in particolare per la gestione delle impostazioni sulla privacy dei bambini su Instagram.

Nello specifico, la multa (la seconda più salata che sia mai stata comminata per le leggi europee sul GDPR e la terza, sempre più alta, ricevuta da Meta dalle autorità di regolamentazione) deriva dalle impostazioni inerenti alla privacy per la condivisione delle foto sugli account gestiti da bambini. Infatti, se utilizzati come commerciali, gli account dei bambini rendevano visibili al pubblico informazioni personali come l'indirizzo e-mail e il numero di telefono. Inoltre, sono state approfondite tematiche come la politica di Instagram relativa ai nuovi account, che prevede, anche per i minori, che siano visibili pubblicamente.

Un portavoce di Meta ha dichiarato:

Questa indagine si è concentrata su vecchie impostazioni che abbiamo aggiornato più di un anno fa e da allora abbiamo rilasciato molte nuove funzioni per aiutare a mantenere gli adolescenti al sicuro e le loro informazioni private. Chiunque abbia meno di 18 anni ha automaticamente l'account impostato su privato quando si iscrive a Instagram, in modo che solo le persone che conosce possano vedere ciò che pubblica e gli adulti non possono inviare messaggi agli adolescenti che non li seguono. Ci siamo impegnati a fondo con il DPC per tutta la durata della loro indagine e stiamo esaminando attentamente la loro decisione finale.

Ulteriori dettagli sulla decisione saranno diffusi la prossima settimana e non è escluso che Meta possa ancora fare ricorso.